Non avevamo più alcuna intenzione di parlare dell’ANSE, ma il suo Presidente, cui evidentemente brucia ancora la nostra uscita dall’Associazione in conseguenza ed a causa delle scelte sbagliate di chi la governa da ormai troppi anni, ci ha chiamati graziosamente in causa nel corso del recente Congresso dell’Associazione stessa.
Perciò torniamo a farlo solo per replicare alle sue accuse, inconsistenti e gratuite, di aver perseguito, nel corso della nostra militanza, fini diversi da quelli associativi, mascherandoli con polemiche pretestuose.
Nella sua relazione congressuale, il nominato Presidente, ha prima legittimamente riassunto la situazione determinatasi in Basilicata affermando che:
“Anche in un'altra area territoriale, intendo riferirmi alla Regione Basilicata, si sono registrate situazioni di tensione, o meglio di disaffezione, che non hanno consentito di eleggere i componenti delle strutture ivi previste (Nuclei di Potenza e Matera).”
Nella sua relazione congressuale, il nominato Presidente, ha prima legittimamente riassunto la situazione determinatasi in Basilicata affermando che:
“Anche in un'altra area territoriale, intendo riferirmi alla Regione Basilicata, si sono registrate situazioni di tensione, o meglio di disaffezione, che non hanno consentito di eleggere i componenti delle strutture ivi previste (Nuclei di Potenza e Matera).”
Fin qui nulla da obiettare, se subito dopo non avesse aggiunto, con sottile malevolenza, che:
“L'avvenuta istituzione, come abbiamo potuto constatare attraverso i media, di una associazione entro certi versi simile, ma aperta a tutti, voluta e diretta da alcuni ex Responsabili associativi la dice lunga sulle loro reali intenzioni, sapientemente mascherate dietro polemiche chiaramente pretestuose.”
Orbene, mistificare i fatti non è cosa commendevole. Ma il Presidente lo ha fatto con disinvoltura, pur sapendo che non abbiamo mai fatto ricorso a polemiche pretestuose per mascherare presunte intenzioni nascoste. Abbiamo militato nell’ANSE lealmente, nel cui ambito abbiamo sostenuto le nostre idee con estrema chiarezza e soprattutto senza sottintendere secondi fini, contrariamente a quanto il Presidente cerca di insinuare con astio maligno.
Lo abbiamo fatto con impegno, non disgiunto da passione, perché credevamo nell’Associazione e col solo intento di contrastare scelte non condivisibili e - dal nostro punto di vista - dannose per l’ANSE. Abbiamo desistito solo quando abbiamo dovuto constatare che non c’era più nulla da fare e che le scelte scellerate della dirigenza ANSE, ormai decisa a stravolgere irreversibilmente la rete associativa, cancellavano dall’ANSE stessa la comunità lucana, insieme a numerose altre.
I pretesti li usa, invece, il Presidente dell’ANSE per fornire a sé stesso e all’Associazione una giustificazione di comodo per una ristrutturazione inutile e non voluta dai soci, peraltro basata su presupposti farlocchi.
Uno di questi presupposti consisteva, come sostiene il Presidente nella sua relazione:
“[…] nel ripristinare una organizzazione territoriale dell’Associazione speculare a quella aziendale prendendo a riferimento, prioritariamente, la Rete di E-Distribuzione che è quella più capillare e più rilevante e con la quale saranno chiamate a dialogare con più frequenza le Unità ANSE sul territorio.”
Mai tesi si è rivelata più vuota e fallace di quella appena riportata, perché smantellare la storica e collaudata organizzazione territoriale dell’ANSE per adeguarla specularmente a quella dell’Enel, che non è più statica come nei tempi andati, non ha comportato alcun vantaggio. Al contrario, cancellando strutture associative territoriali molto attive ed efficienti, ha generato malessere nella comunità ANSE e disaffezione tra gli iscritti.
E poi, nel volgere di un breve lasso di tempo, la specularità delle Unità ANSE sul territorio con la Rete aziendale, appena realizzata con la ristrutturazione dell’Associazione, sta per essere vanificata dalle modifiche che l’Enel - secondo fonti bene informate - intende apportare alla sua Rete, ridisegnando i confini dei propri presìdi territoriali. Per esempio, si dà per probabile lo scorporo della Basilicata dalla Puglia e la sua aggregazione alla Campania.
“L'avvenuta istituzione, come abbiamo potuto constatare attraverso i media, di una associazione entro certi versi simile, ma aperta a tutti, voluta e diretta da alcuni ex Responsabili associativi la dice lunga sulle loro reali intenzioni, sapientemente mascherate dietro polemiche chiaramente pretestuose.”
Orbene, mistificare i fatti non è cosa commendevole. Ma il Presidente lo ha fatto con disinvoltura, pur sapendo che non abbiamo mai fatto ricorso a polemiche pretestuose per mascherare presunte intenzioni nascoste. Abbiamo militato nell’ANSE lealmente, nel cui ambito abbiamo sostenuto le nostre idee con estrema chiarezza e soprattutto senza sottintendere secondi fini, contrariamente a quanto il Presidente cerca di insinuare con astio maligno.
Lo abbiamo fatto con impegno, non disgiunto da passione, perché credevamo nell’Associazione e col solo intento di contrastare scelte non condivisibili e - dal nostro punto di vista - dannose per l’ANSE. Abbiamo desistito solo quando abbiamo dovuto constatare che non c’era più nulla da fare e che le scelte scellerate della dirigenza ANSE, ormai decisa a stravolgere irreversibilmente la rete associativa, cancellavano dall’ANSE stessa la comunità lucana, insieme a numerose altre.
I pretesti li usa, invece, il Presidente dell’ANSE per fornire a sé stesso e all’Associazione una giustificazione di comodo per una ristrutturazione inutile e non voluta dai soci, peraltro basata su presupposti farlocchi.
Uno di questi presupposti consisteva, come sostiene il Presidente nella sua relazione:
“[…] nel ripristinare una organizzazione territoriale dell’Associazione speculare a quella aziendale prendendo a riferimento, prioritariamente, la Rete di E-Distribuzione che è quella più capillare e più rilevante e con la quale saranno chiamate a dialogare con più frequenza le Unità ANSE sul territorio.”
Mai tesi si è rivelata più vuota e fallace di quella appena riportata, perché smantellare la storica e collaudata organizzazione territoriale dell’ANSE per adeguarla specularmente a quella dell’Enel, che non è più statica come nei tempi andati, non ha comportato alcun vantaggio. Al contrario, cancellando strutture associative territoriali molto attive ed efficienti, ha generato malessere nella comunità ANSE e disaffezione tra gli iscritti.
E poi, nel volgere di un breve lasso di tempo, la specularità delle Unità ANSE sul territorio con la Rete aziendale, appena realizzata con la ristrutturazione dell’Associazione, sta per essere vanificata dalle modifiche che l’Enel - secondo fonti bene informate - intende apportare alla sua Rete, ridisegnando i confini dei propri presìdi territoriali. Per esempio, si dà per probabile lo scorporo della Basilicata dalla Puglia e la sua aggregazione alla Campania.
Viene così a cadere miseramente il principio della specularità su cui il Presidente dell’ANSE e i suoi sodali, avevano incautamente incardinato la ristrutturazione della rete associativa dell’ANSE. E adesso quale altra sciocchezza racconteranno ai soci dell’ANSE? Fatti loro. Ovviamente, noi non siamo interessati.