La contestata ristrutturazione della rete territoriale dell’ANSE, predisposta dagli organi centrali, ha stimolato, oltre agli addetti ai lavori, anche molti soci, che si sono sforzati di comprendere i veri motivi che sono alla base del progetto. Sull’argomento, il socio Antonio Rita, iscritto alla Sezione Basilicata, ha indirizzato al Presidente nazionale dell’Associazione la lettera aperta che pubblichiamo insieme alla risposta di quest’ultimo.
Lasciamo ai lettori il compito di valutare tutti gli aspetti della questione e trarre le loro conclusioni. Qui ci limitiamo a poche semplici considerazioni, suggeriteci dalla lettura della risposta del Presidente nazionale.
Lasciamo ai lettori il compito di valutare tutti gli aspetti della questione e trarre le loro conclusioni. Qui ci limitiamo a poche semplici considerazioni, suggeriteci dalla lettura della risposta del Presidente nazionale.
L’ipotesi di ristrutturazione, definita eufemisticamente “progetto”, è nella sostanza un vero e proprio ordine esecutivo senza spazi di interpretazione; è un’imposizione unilaterale di volontà che esclude ogni possibilità di interloquire. La conferma viene anche dalla perentoria frase finale della risposta presidenziale, che fuga eventuali dubbi residui: “Osservo poi, conclusivamente, che il progetto di ristrutturazione è stato approfonditamente discusso dai massimi Organi associativi che - me lo consenta - credo dispongano della giusta prospettiva per adottare le decisioni del caso.” Detto in termini meno aulici, liquida il socio, che ha avuto l’ardire di motivare il perché oltre 500 soci della Sezione Basilicata sono demoralizzati e delusi e chiedere al Presidente una mediazione e una fase di riflessione per comporre le lacerazioni emerse, con un messaggio sottinteso: non hai le basi e la competenza per fare osservazioni di questa natura.
Quanto alle finalità dichiarate della ristrutturazione, in virtù della quale “la reintroduzione della specularità della “rete” associativa all’attuale organizzazione dell’Azienda (in primis di E - Distribuzione) combinata ad una fase successiva tesa a favorire un rinnovamento culturale dei quadri direttivi”, rileviamo prima di tutto che la definizione di “quadri direttivi”, tanto cara al Signor Presidente, è adatta a contesti aziendali e non a un'associazione. La terminologia assume un rilievo importante in questo caso, perché evidenzia un modo di considerare i titolari di cariche associative a dir poco singolare. Non si tratta, infatti, di quadri direttivi, bensì di rappresentanti dei soci, cioè di soci scelti dalla comunità associativa a rappresentarla attraverso libere elezioni. Piaccia o no al Signor Presidente - non ci troviamo di fronte a funzionari o comunque a subordinati, selezionati in base a criteri stabiliti unilateralmente dall’imprenditore, ma di persone che accedono alle cariche sociali per mandato elettivo conferito dai soci, i quali ne conoscono e ne valutano la probità, l’esperienza, le capacità e anche il bagaglio culturale. La differenza è sostanziale.
Per tornare al rinnovamento culturale dei rappresentanti dei soci, è chiaro a tutti che si tratta di un’asserzione priva di significato, non essendoci alcun nesso con la ristrutturazione della rete territoriale della dell’Associazione. Notiamo soltanto che gli attuali degni e stimati rappresentanti dei soci, sarebbero - secondo il presidenziale pensiero - praticamente poco idonei a svolgere il loro ruolo, non possedendo la necessaria capacità di aggiornarsi culturalmente. Gli interessati possono essere più che soddisfatti di tanta considerazione!
Ai soci ANSE della Sezione Basilicata resta invece l’obbligo di chiedersi come mantenere gli impegni più importanti che la Sezione aveva in programma per i prossimi anni. E sapranno trovare la soluzione, ne siamo certi.
La lettera di Antonio Rita
Al
Sig. Presidente Nazionale dell’ANSE
Sig. Presidente,
sono un iscritto della Sezione ANSE Basilicata e Le
scrivo queste poche righe per
manifestare un profondo convincimento di
contrarietà, condiviso non solo da tutti i soci della Basilicata ma anche da
molti di altre Sezioni, alla proposta di
“accorpare” le Sezioni delle Regioni più piccole a quelle più grandi.
L’Associazione che Lei presiede è percepita
dai soci come una “Istituzione” importante non solo perché tiene vivo nel tempo
il senso di appartenenza alla “grande famiglia ENEL” che ha svolto, e
continuerà a farlo, un ruolo decisivo nello sviluppo della nostra nazione, ma
anche perché le singole Sezioni regionali ANSE hanno esperienze e competenze
tali per “trattare” tematiche specifiche del territorio di appartenenza.
La “modernizzazione” di un’istituzione non
può avvenire con un atto di “imperio”, ma viene preceduta sempre da una fase
“costituente” dove i singoli sono protagonisti del nuovo progetto proprio per scongiurare
imposizioni dall’alto. Quando questa via non è interamente percorsa, significa
che si sta preparando la “morte” della stessa istituzione.
Nelle Regioni più piccole e, quindi, anche in
Basilicata, il “Suo Progetto” è inteso da molti non solo come un
“ridimensionamento del ruolo” ma come un esplicito invito a “scomparire per non
arrecare disturbo”. A noi Lucani, cittadini di periferia, la storia ha
insegnato che l’iter dei “forti” segue una sua standardizzazione: prima porta
all’isolamento, segue la marginalizzazione e, infine, ha come ultima meta l’annullamento.
Il
nostro “no” unanime non La vuole irritare ma solo far riflettere
se è il caso di privarci di uno strumento importante ( la nostra Sezione), del
Suo personale contributo e di quello di tutta l’ANSE proprio nel momento in cui
molti soci stanno maturando idee su come
e con quali progetti partecipare a “Matera 2019” e con quali proposte tentare di incidere sulla pianificazione energetica
della Regione d’Italia (Basilicata), più ricca di petrolio ma molto povera,
degradata e senza prospettive per il futuro.
Tuttavia, se Lei è convinto che, in pratica, nulla cambierà a livello di
autonomia decisionale nonostante il declassamento della Sezione a Nucleo, dobbiamo
prendere atto che si vuole attuare un ampio progetto geopolitico in cui le
periferie non devono “avere parola”. Non possiamo rinunciare alla nostra Sezione
ANSE proprio perché si è intrapresa la
via peggiore per noi Lucani cioè quella che “isola, emargina, annulla”. La
saluto con rispetto.
Potenza, 10/04/2016
Antonio Rita - socio
della Sezione ANSE Basilicata