17 maggio 2017

La verità ignorata

Lettera aperta al Presidente nazionale dell'ANSE



Signor Presidente,
come da lei espressamente richiesto, l’amico Luigi Punzi, Presidente della Sezione ANSE della Basilicata, ha portato a conoscenza dei soci il contenuto della sua lettera del 9 maggio 2017, inviatagli per puntualizzare alcuni rilievi formulati dai soci sull’ipotesi di ristrutturazione della rete territoriale associativa, nel corso dalle assemblee dei Nuclei di Potenza e di Matera. Per questo motivo, come iscritto al Nucleo di Matera della Sezione Basilicata e destinatario indiretto della citata missiva, ho pieno titolo a darle la mia risposta.

Le sue puntualizzazioni non scalfiscono assolutamente i rilievi formulati, frutto del partecipato dibattito svoltosi nelle Assemblee suddette, che motivano l’unanime voto contrario all’ipotesi di ristrutturazione. Anzi, il tono assertivo della sua lettera dimostra che la volontà dei soci chiamati a esprimersi non ha, per lei, alcun valore e che nessuna ragione potrà ostacolare la realizzazione dell’ipotizzata ristrutturazione territoriale dell’Anse che le sta a cuore.
Non mi soffermerò, quindi, sui rilievi; tanto sono riportati nei verbali delle Assemblee e nella petizione indirizzata, tra gli altri, anche a lei da 228 soci iscritti alla Sezione. Mi preme soltanto farle pubblicamente qualche osservazione.

La prima riguarda l’asserita regolarità della convocazione dell’Assemblea nazionale, in merito alla quale lei afferma:
“L’Assemblea nazionale del 13/14 dicembre 2016 è stata regolarmente convocata ed ha approfonditamente discusso il progetto di ristrutturazione tempestivamente messo all’ordine del giorno, […].”
Tale affermazione non corrisponde alla realtà dei fatti, perché l’ordine del giorno originario della convocazione, datata 8 novembre 2016, non prevedeva l’approvazione dell’ipotesi di ristrutturazione. Al contrario di quanto sostiene, Lei ha integrato l’ordine del giorno della riunione all’ultimo momento - e non tempestivamente - con lettera n. 225 del 6 dicembre 2016, aggiungendo il seguente punto:
“2 bis) Esame e approvazione del Documento “Ipotesi di ristrutturazione dell’Anse” (già trasmesso ai Membri del Comitato direttivo nazionale con prot. n. 214 del 28/11/2016 ed ai Presidenti di Sezione con comunicazione n. 223, del 1° dicembre u.s.).”.
Come ben sa, lo Statuto prescrive che la convocazione, e di conseguenza l’ordine del giorno, siano trasmessi ai membri dell’Assemblea con il preavviso di almeno un mese. Pertanto, nel caso in esame, il potere di integrare eventualmente l’ordine del giorno, inserendo il nuovo argomento, spettava solo all’Assemblea nazionale, alla cui approvazione lei avrebbe dovuto sottoporre la proposta. Dal verbale di riunione non risulta che l’Assemblea abbia formalmente deliberato in tal senso.

L’altra osservazione si riferisce all’affermazione contenuta nella sua lettera, secondo cui (riporto testualmente):
“Il Progetto di ristrutturazione - e questo è un aspetto che intendo sottolineare con decisione - è stato definito a conclusione di una serie di incontri tra il Comitato direttivo nazionale ed i Presidenti ed i Responsabili di Nucleo della quasi totalità delle Sezioni (in proposito ti ricordo l’incontro di Salerno del dicembre 2015 con le Sezioni Basilicata, Puglia e Calabria).
Nel corso di tali incontri sono stati approfonditamente esaminati il funzionamento e le prospettive dell’Associazione nei singoli ambiti territoriali, a conferma dell’attenzione posta dagli Organi nazionali a preservare il radicamento territoriale dell’Associazione, pur in un contesto di adeguamento della rete associativa alle modifiche organizzative nel frattempo introdotte in Azienda.”.

La verità è totalmente diversa, perché, non risulta da alcun documento che negli incontri richiamati nella sua lettera si sia parlato di adeguamento della rete associativa territoriale dell’ANSE. Lei stesso, infatti, nel riferire dell’esito di tali incontri all’Assemblea nazionale, riunita il 9 e 10 dicembre 2015, si esprime in termini del tutto opposti a quello che scrive oggi. Lo testimoniano gli atti ufficiali, che sono costretto a citare di nuovo per evitare qualsiasi dubbio o fraintendimento. Riporto quanto è scritto nel verbale di riunione:
“Pardini, interviene per evidenziare che già in passato sono state attivate (CDN e Presidenza) iniziative per organizzare sul territorio incontri tra Sezioni contigue per realizzare una sorta di solidarietà orizzontale […].
La finalità di questi incontri è al tempo stesso operativa e formativa nonché quella di far conoscere i Responsabili territoriali e di sviluppare un comune sentire finalizzato a fare in modo che si possano generare delle ricadute positive nei confronti di soci, ferma restante l'attuale organizzazione territoriale. La capillarità della nostra organizzazione viene riconosciuta quale elemento fondamentale per l'interazione ed interlocuzione con i soci che devono percepire l'Anse come una struttura il più possibile vicina alle loro esigenze.".

Dichiarazione inequivocabile e rassicurante la sua, resa nella più alta (dopo il Congresso) sede istituzionale dell’Associazione, che conferma la validità dell’attuale organizzazione territoriale, considerandola elemento fondamentale per l’interazione e l’interlocuzione con i soci.
Se le parole hanno un significato, che in questo caso - scusi la ripetizione - è inequivocabile, lei non può oggi tentare di far passare il concetto che il progetto di ristrutturazione di cui si discute sia, in qualche modo, il risultato della partecipazione corale dei rappresentanti delle strutture periferiche intervenuti ai citati incontri, e che gli stessi partecipanti siano stati informati dai rappresentanti nazionali della loro intenzione di procedere a un drastico ridimensionamento della rete territoriale dell’Associazione.
La coerenza, evidentemente, non rientra tra le sue virtù e potrebbe essere affar suo, se attinente a una vicenda privata. Nel caso specifico, invece, riguarda l’Associazione e i suoi iscritti, molti dei quali (me compreso) non possono accettare di essere trattati dal Presidente nazionale alla stregua di bravi e docili “dopolavoristi”, disposti ad accettare acriticamente i mutamenti del suo pensiero e le correlate acrobazie dialettiche.

                                                                                       Prospero Figundio