23 gennaio 2015

False e-mail dell'Agenzia delle Entrate

Tornano a circolare false e-mail dell’Agenzia delle Entrate con Linee Guida sul Redditometro, che  contengono virus dannosi per il p.c. e link pericolosi per la riservatezza dei dati personali.  
Lo rende noto l’Agenzia stessa, con il comunicato del 21 gennaio 2015, che invita i destinatari  di questa mail a non inoltrarla e a eliminarla senza aprire l’allegato; invita inoltre a non connettersi per nessuna ragione al link indicato.

Apri il comunicato

16 gennaio 2015

Una precisazione dovuta

di Pasquale Cutino

Nel merito dell’articolo apparso sul n. 4/2014 del Notiziario Anse, a firma dell’esperto dott. Bruno Benelli (ex dirigente INPS), circa l’importante sentenza della Cassazione in materia pensionistica, ritengo opportuno fare alcune osservazioni: è da precisare che ho dovuto documentarmi in materia, avendo subìto in prima persona l’interpretazione arbitraria della legge da parte dell’Inps nel momento del pensionamento avvenuto nel 1997. La sentenza non è stata scritta dal dott. Azzeccagarbugli, di manzoniana memoria, ma dalla Suprema Corte di Cassazione della Repubblica Italiana e non ha vinto Davide contro Golia, come si vuol far credere, ma solo la giustizia, ahimè calpestata dall’INPS.  Essa, senza cambiare una virgola, ha solo riaffermato in maniera univoca ciò che il Dlgs.  562 del 1996 aveva chiaramente normato per i lavoratori provenienti dai vari fondi soppressi.
Detto decreto, all’epoca, fu emanato non per dare un contentino ai lavoratori, come afferma Benelli, ma per salvaguardare, nel momento del passaggio, un giusto diritto maturato fino a quel momento. Infatti, fu chiamato decreto di armonizzazione della disciplina tra il Fondo elettrici e quello dell’Assicurazione Generale Obbligatoria per i lavoratori dipendenti. L’INPS ha sempre dato al decreto suddetto una sua interpretazione non sostenuta dalla legge, di cui invece la Cassazione, e non poteva essere altrimenti, ha precisato, con le sentenze n. 1444 del 23 gennaio 2008 n. 14952 del 1° luglio 2014 la corretta applicazione. La legge è scritta in maniera chiara e non contorta, come tutti possono facilmente verificare leggendo appena sei righe dell’art.3, comma due, del Dlgs. n.562 del 16 settembre 1996.
Chi poi volesse approfondire la questione, può consultare la vasta letteratura, emessa dall’Anse a sostegno dei pensionati, in particolare il Foglio informativo n. 2 del 3 ottobre 2002, la circolare n. 54 dell’8 marzo 2005 e i Notiziari Anse dell’epoca. Nel dare l’informativa, l’Anse avvisava i soci che l’Inps, nell’applicazione del decreto di armonizzazione, adottava un criterio errato e gravemente lesivo dei diritti (altro che cresta) dei pensionati e dava precise indicazioni alle Sezioni territoriali dell’iter procedurale da seguire per la soluzione del problema.
L’ultima sentenza è poi ampiamente commentata sul blog “Anse fuori dal coro” il 4 novembre e il 4 dicembre 2014;  in particolare nell’articolo “Riparliamo di criteri per il calcolo della pensione degli iscritti al FPE” del 4 dicembre  si danno, tra l’altro,  indicazioni sul percorso da seguire per proporre eventuale azione tesa ad ottenere la riliquidazione della pensione. Invece il commento alla sentenza fatto dal dott. Benelli, pur nel rispetto delle sue opinioni, è fuorviante perché da esso non traspare ciò che afferma la legge e pertanto non dovrebbe trovare spazio sul notiziario associativo, che in passato ha dato alla questione un taglio completamente diverso e in linea con la legge vigente, oggi onorata dalla sentenza di Cassazione.      


         

13 gennaio 2015

Clima e cambiamenti climatici

di Pasquale Cutino

In questi ultimi  tempi si presentano sempre più drammaticamente sotto i nostri occhi i danni gravissimi causati dai cambiamenti climatici che interessano non solo l’Europa, ma tutto il pianeta. I normali mezzi d’informazione ne parlano poco, come se il fatto non interessasse tutti, ma mai prima d’ora il  problema è stato così pericoloso e gli impatti così visibili. 
I danni ambientali hanno sempre colpito l’umanità, ma oggi la nostra società è più vulnerabile. Lo stesso evento, meteorologicamente estremo che 100 anni fa colpiva un’area sostanzialmente poco abitata, prevalentemente agricola, senza linee elettriche e di trasporto,  aveva meno cose da distruggere; oggi esso è molto più distruttivo, anche perché sono diventate maggiori la frequenza e l’intensità dei fenomeni a causa del riscaldamento globale, determinato dalle emissioni  dei gas serra, responsabili di questi cambiamenti. 
Alcuni scienziati concordano sul fatto che il riscaldamento climatico esista e sia primariamente collegato alle emissioni umane dei gas ad effetto  serra, le quali sono a loro volta connesse ai consumi di energia di origine fossile. Essi ritengono che, per evitare che il clima della terra nell’arco di pochi decenni possa entrare in una crisi irreversibile, tale da rendere impossibile all’uomo ogni adattamento, occorre privilegiare le fonti energetiche rinnovabili che possono considerarsi inesauribili e non inquinanti quali: solare, eolico, biomasse, geotermia, idroelettrica, rinunciando a quelle risorse, tra cui i combustibili fossili, che hanno determinato fin qui lo sviluppo tecnologico. Quasi tutte le forme di energia, disponibili sulla terra hanno origine direttamente o indirettamente dal sole che invia su essa una quantità 30 volte superiore a quella, consumata dall’intera popolazione mondiale in un anno. 
L’IPCC (gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico) dice testualmente che l’effetto globale delle attività umane dal 1750 è stato la causa di riscaldamento del globo. Cerchiamo di spiegare con parole semplici il fenomeno fisico dell’effetto serra: è un fenomeno naturale, determinato dalla capacità dell’atmosfera di trattenere sotto forma di calore parte dell’energia che proviene dal sole, proprio come i vetri di una serra si lasciano attraversare dai raggi solari e trattengono parte del calore invece di disperderlo nell’atmosfera. Grazie a questo fenomeno la temperatura media della terra si mantiene intorno ai 15°C contro i -19°C che si avrebbero in assenza dei gas serra e renderebbero il nostro pianeta invivibile. Sappiamo che, quando in natura si alterano gli equilibri ecologici perché si immettono nell'atmosfera, con l’energia che consumiamo ogni anno nel mondo, grandi quantitativi di gas serra (trenta miliardi di tonnellate di biossido di carbonio), aggiungiamo a quello naturale un effetto serra che altera  gli equilibri del sistema climatico. Le immissioni derivano soprattutto dal settore energetico responsabile per il 90% delle emissioni di CO2, perché produciamo energia principalmente da fonti fossili (petrolio e suoi derivati). Se a questo si aggiunge che sono diminuiti gli alberi, assorbitori dei gas serra, perché abbiamo distrutto  intere superfici di foreste destinandole a usi più produttivi, si comprende che il problema riguarda l’attività umana e la sua soluzione deve venire da accordi internazionali. 
Apprendiamo che negli ultimi cento anni, per i fatti suddetti, la temperatura della crosta terrestre, aumentando di circa un grado centigrado  ha portato come effetto progressivo lo scioglimento dei ghiacciai, l’aumento delle precipitazioni, della frequenza e dell’intensità di eventi climatici estremi quali uragani, alluvioni, ondate di caldo ecc. Pertanto solo a livello mondiale si potranno prendere importanti decisioni migliorando l’efficienza energetica e limitando la produzione di energia da fonti fossili e favorendo le fonti rinnovabili. I grandi meeting internazionali, finalizzati a prendere dei provvedimenti che portino ad una riduzione delle emissioni, si fanno da una ventina d’anni purtroppo con risultati molto modesti. L’unico accordo vincolante di questo è stato il protocollo di Kioto, scaduto nel 2012. A Lima, in Perù è cominciato il 1 dicembre 2014, a nove anni degli accordi di Kioto, il vertice ONU che dovrà portare a un nuovo accordo universale per diminuire le emissioni di gas serra e contenere il riscaldamento climatico entro i due gradi centigradi. In tale vertice è stato raggiunto un accordo che dovrà essere sottoscritto a Parigi entro la fine del 2015. Il messaggio inviato da Papa Francesco alla conferenza di Lima è significativo. “Il tempo per trovare soluzioni globali si sta esaurendo. Si auspica un risposta collettiva responsabile che superi gli interessi e i comportamenti particolari e si sviluppi libera da pressioni politiche ed economiche”. Aggiunge poi “la questione ecologica è vitale per la sopravvivenza dell’uomo e ha una dimensione morale che tocca tutti”. Mentre aspettiamo che la grande politica assuma degli impegni importanti, non dobbiamo dimenticare il  ruolo dell’informazione e delle scelte che i singoli quotidianamente  possono fare per avere un ruolo determinante nella diminuzione delle emissioni. 
Ma quali sono le azioni che individualmente e collettivamente dobbiamo intraprendere per arrivare ad una riduzione delle emissioni di CO2? Le famiglie italiane, con più del 30% dei consumi energetici totali, producono il 27% delle emissioni nazionali dei gas serra, di questi il 18% per usi negli edifici e il 9% per usi di trasporto (fonte ENEA). Modificando lo stile di vita e utilizzando in modo corretto le risorse energetiche, senza rinunciare ai confort, si può contribuire a migliorare l’ambiente. Soffermiamoci solo sui consumi energetici fatti in casa. Il riscaldamento domestico è, dopo il traffico la maggiore causa d’inquinamento delle città italiane. Per contenere i consumi di energia molte sono le indicazioni da seguire, ma scegliamo le più immediate:
  • Mantenere la temperatura del termostato durante il giorno a 20°C e durante la notte a 16°C.
  • Installare valvole termostatiche per regolare la temperatura dei singoli radiatori.
  • Illuminare correttamente un ambiente con tipo di lampada giusta come quelle a   LED che consentono di risparmiare, a parità di luce emessa, fino all’80% di energia elettrica rispetto a una normale lampada tradizionale.
  • Per gli elettrodomestici, comprare solo quelli che hanno l’etichetta energetica che permetta di conoscere le caratteristiche e i consumi. Su di essa sono presenti una serie di frecce di diverso colore e di lunghezza crescente, ad ogni freccia è associata una lettera dell’alfabeto dalla A alla G. la lunghezza della freccia è legata ai consumi.
Ognuno di noi, ogni giorno, con le proprie azioni può contribuire in maniera maggiore o minore al miglioramento della vita del pianeta e delle future generazioni. In questo modo affiancheremo le decisioni della grande politica e daremo una mano a non superare nei prossimi anni la soglia di sicurezza di 2°C della temperatura globale, stabilita dalla comunità scientifica internazionale.




11 gennaio 2015

La busta arancione, una novità INPS per il lavoratori in attività

di Pier Francesco Canetta

L’INPS si appresta a lanciare la “busta arancione”. Si tratta del progetto in fase di sviluppo che permetterà ai singoli lavoratori di ottenere direttamente on-line una proiezione della loro pensione alla fine dell’attività lavorativa. La denominazione “busta arancione” è mutuata dai Paesi del nord dell’Europa, dove è stata da tempo adottata una procedura per tenere informati i lavoratori sulla loro situazione previdenziale con un documento in una busta di colore arancione. 
L’applicazione informatica INPS, il cui nome ufficiale è Simula, potrebbe entrare in esercizio già dal 2015 e riguarderà i lavoratori prossimi alla pensione, che hanno versato interamente i contributi all’INPS e non ad altri Enti di Previdenza.
Ai fini del calcolo dell’assegno pensionistico, l’applicazione prenderà in considerazione i dati contributivi presenti nell’estratto conto del lavoratore già disponibile on-line, la proiezione dei contributi mancanti e lo scenario macro-economico elaborato dalla Ragioneria Generale dello Stato. Quest’ultimo dato, a sua volta, scaturisce dall’andamento dell’economia, dalla dinamica retributiva, dall’inflazione e dall’aspettativa di vita. 
La proiezione della pensione sarà determinata attraverso il sistema di calcolo applicabile in relazione ai requisiti posseduti dal lavoratore.

Sistemi di calcolo della pensione
I sistemi in vigore sono: il sistema misto e il sistema contributivo. 
Il sistema misto si articola nel sistema ex retributivo e nel sistema contributivo. Il primo riguarda i lavoratori che al 31 dicembre 1995 avevano almeno 18 anni di contributi versati; per tali soggetti la pensione viene determinata col sistema retributivo, con l’aggiunta della quota calcolata col sistema contributivo per i periodi lavorativi successivi al 1° gennaio 2012, in applicazione della legge Fornero.  Nel secondo ricadono tutti quelli che al 31 dicembre 1995, non avevano raggiunto i 18 anni di contributi.
Le articolazioni del sistema misto prevedono una quota di pensione ancorata alla media delle retribuzioni percepite negli ultimi 5 anni prima della cessazione dal servizio (quota A) e una quota ancorata alla media delle retribuzioni degli ultimi 10 anni. 
Esiste poi una quota C di pensione determinata in  base ai contributi versati dal lavoratore e dai suoi datori di lavoro durante l’attività lavorativa; è utilizzata per i contributi versati dopo il 31 dicembre 1995 per coloro che a tale data non avevano maturato i 18 anni di contributi o che hanno iniziato a lavorare dopo il 1995. Inoltre, come detto prima, la quota C si applica anche ai lavoratori che al 31 dicembre 1995 avevano maturato 18 anni di contributi (c.d. ex retributivi), limitatamente ai periodi contributivi dal 1° gennaio 2012  fino alla data di cessazione.
L’importo di tali contributi (38%) andrà a costituire il montante che sarà annualmente rivalutato sulla base della variazione quinquennale dell’indice Pil calcolato dall’Istat. Alla fine dell’attività lavorativa, la somma accantonata diventerà quota pensionistica in conformità di coefficienti legati all’età del lavoratore al momento della cessazione dell’attività: maggiore sarà l’età, più alta sarà la rendita previdenziale. 

In sintesi, il progetto Simula, attualmente in fase di sperimentazione su 10.000 lavoratori, prevede i seguenti passaggi: 
  1. sito internet INPS; 
  2. PIN personale dell'interessato/Servizi al cittadino;
  3. estratto conto contributivo;
  4. proiezione della contribuzione fino alla data di cessazione/Scenario macro-economico della Ragioneria dello Stato;
  5. determinazione dell'importo presunto della pensione.