Il
sospetto era sorto con la pubblicazione del comunicato di ANSE nazionale che informava
della firma del Patto a tutela degli
anziani, avvenuta il 18 febbraio 2015, e riguardava la sottoscrizione da
parte del Presidente di un patto con organizzazioni terze, prima di averne
sottoposto il testo al preventivo vaglio dell’Assemblea nazionale
dell’Associazione, competente a deliberare sulla materia. Ricordiamo che tale
accordo comporta per i contraenti, e quindi anche per l’ANSE, impegni di varia
natura per tutta la sua durata, ivi compresi quelli di natura economica.
Il
sospetto di trasforma in certezza leggendo il verbale di riunione dell’Assemblea
nazionale del 5 marzo 2015, convocata con lettera datata il
giorno prima, e cioè il 4 marzo 2015, nell'imminenza dell'inizio dei lavori. La riunione aveva come unico punto all’ordine del giorno: “Delibera adesione dell’ANSE al “Patto
federativo a tutela degli anziani” sottoscritto il 18 febbraio 2015 (art. 25
comma 3 lettera l dello Statuto)”.
La
strana procedura adottata per convocare in tutta fretta l’Assemblea
nazionale pur in assenza dei necessari presupposti, rappresenta l'ammissione dell'interesse ad eliminare rapidamente una situazione imbarazzante, legittimando l’atto compiuto dal
Presidente senza il rigoroso rispetto delle regole associative; "metterci una pezza”, come si usa
dire. Tuttavia, come spesso accade, la toppa si è rivelata
peggiore del buco.
In primo luogo, la convocazione è viziata da
diverse irregolarità non sanabili e per questo motivo sono nulli la riunione e
gli atti conseguenti. Inoltre, se per ipotesi la riunione fosse stata valida,
il provvedimento che l’Assemblea avrebbe dovuto adottare riguardava semmai la ratifica
del Patto e non certamente l’ “Esame ed approvazione….”, come riporta paradossalmente
il verbale. Pensare di approvare “a posteriori” un atto ormai
definitivo, già sottoscritto con terzi senza mandato, è semplicemente una presa in giro.
Oltre a questi aspetti, ne vogliamo evidenziare un altro ben più importante: il
comportamento del Presidente nazionale, il quale nell’esercizio del suo mandato agisce,
di fatto, senza tener conto del ruolo e delle prerogative degli organi
statutari, dimostrando di considerare lo Statuto dell’Associazione un insieme
di regole alquanto noiose da rispettare solo formalmente se necessario, e il
caso in esame ne è la conferma lampante.