29 aprile 2015

Dichiarazione dei redditi, deduzioni e detrazioni

Chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate su deduzioni e detrazioni, nell'imminenza della presentazione della dichiarazione dei redditi 2015.

L’Agenzia delle Entrate, con circolare n. 17/E del 24 aprile 2015, ha fornito una serie di chiarimenti sulla deducibilità e sulla detraibilità di alcune spese. Si tratta di importanti chiarimenti ad alcuni quesiti formulati da CAF e da altri operatori, riguardanti in particolar modo il bonus per ristrutturazioni edilizie, la detrazione di alcune spese sanitarie e di istruzione; la deduzione delle somme corrisposte al coniuge separato per le spese di alloggio; il credito d’imposta spettante per il riacquisto della “prima casa”.
La circolare suddetta si può consultare o scaricare selezionando il link:






28 aprile 2015

Il 25 Aprile. Festa di tutti

di Pasquale Cutino

Quest’anno il 25 Aprile, in occasione del settantesimo anniversario della Liberazione e della vittoria sul nazifascismo, si sono verificati due avvenimenti molto significativi che hanno dato finalmente il giusto valore alla ricorrenza: per la prima volta c’è stato l’ingresso in Parlamento dei partigiani e delle partigiane. La Presidente della Camera nell’accoglierli li ha considerati padroni di casa e non ospiti, perché il Parlamento rappresenta la sintesi più visibile della lotta per la liberazione. Il secondo momento è stato rappresentato dalla trasmissione in prima serata del programma “Viva il 25 aprile”. Fazio, noto presentatore della Rai, dalla piazza del Quirinale, Roberto Saviano in collegamento da Montecassino, Marco Paolini ed Elisabetta Salvatori da Sant’Anna di Stazzema, Antonio Albanese da Alba, e la staffetta partigiana Teresa Vergalli hanno raccontato in maniera corale alcuni dei momenti più drammatici della seconda guerra mondiale, che vanno dall’otto settembre del 1943 al 25 Aprile del 1945; circa due anni in cui i Partigiani di qualsiasi provenienza con le forze alleate ricacciarono fuori dal suolo italiano i tedeschi e i loro sostenitori. Durante la ritirata e la resa furono commessi crimini inenarrabili, che Fazio ha messo bene in evidenza facendoli raccontare da sopravvissuti o da persone che all’epoca erano bambini. Qualcuno si può meravigliare che si mettano in evidenza questi fatti, ma fino a qualche anno fa, bisogna dirlo, non era semplicissimo che i due avvenimenti si realizzassero perché una storiografia monca ha ignorato per decenni i sacrifici, il martirio e gli eroismi dei partigiani. Tra questi eroi vanno annoverati anche quelli con le stellette, anzi questi furono i primi che diedero origine alla guerra di liberazione. Basti ricordare il massacro di Cefalonia ove furono trucidati dai tedeschi circa 10.000 soldati italiani i quali preferirono non cedere le armi dopo l’otto settembre e consegnarsi, braccia alzate, al nemico. Questi Partigiani che per anni sono stati cancellati dalla memoria e ricordati per la prima volta dalle istituzioni solo nel 1980 e i 360 civili di Sant’Anna di Stazzema, barbaramente trucidati sono stati ricordati nel 1990 dopo il ritrovamento dei fascicoli dell’eccidio, dimenticati nell’armadio della vergogna. Molte altre violenze si potrebbero citare, ma esuleremmo dall’intento che si prefigge l’articolo che è solo quello di dimostrare che il 25 Aprile è una celebrazione patriottica, condivisa da tutti gli italiani. Infatti, dopo 70 anni di celebrazioni si sono potuto raccontare tramite testimonianze e documentazioni, senza alcuna soggezione tutti i fatti come realmente si svolsero, dimostrando che è stata recuperata completamente quella parte di memoria volutamente trascurata.



  

21 aprile 2015

Pensioni, ancora un allarme

Colpire i pensionati per erogare un sussidio agli over 55 senza lavoro. La discutibile ipotesi dell’INPS.


Le cronache odierne riferiscono della proposta del Presidente dell’INPS rivolta ad assicurare un reddito minimo garantito alle persone di età compresa tra i 55 e i 65 anni, rimaste senza lavoro. Trovare una nuova sistemazione lavorativa costituisce un serio problema per tali soggetti e il Presidente dell’INPS fa bene a sollevarlo. Non è apprezzabile, né condivisibile la soluzione indicata, cioè il modo di recuperare le risorse finanziarie necessarie per coprire l’ipotizzato sussidio: toccare al ribasso le pensioni più alte.
Si propone il vecchio ritornello di colpire le pensioni, tanto è la via più facile da percorrere se si tratta di trovare quattrini, dimenticando che per effetto di riforme varie, blocchi di indicizzazione e contributi di solidarietà, il potere di acquisto dell’assegno percepito da moltissimi pensionati, che un tempo consentiva di affrontare con dignità l’ultima fase della vita, ha subito nel tempo pesanti riduzioni.
Non va neanche sottaciuta la proposta abbastanza stravagante, circolata tempo addietro in tema di riforma del sistema pensionistico, per introdurre un contributo sulle pensioni d'importo superiore a duemila euro lordi mensili. Idea assolutamente priva di senso della realtà, la cui bocciatura non è riuscita a fugare del tutto l’incubo di un taglio alle pensioni, il quale viene riproposto con insistenza e con maggiore frequenza rispetto al passato.
In questa, come in altre occasioni, la motivazione è la stessa: molti pensionati incasserebbero un assegno superiore rispetto ai contributi versati durante la vita lavorativa. Si tratta di un’affermazione del tutto generica che tende a rappresentare una situazione non corrispondente alla realtà, perché i dati oggettivi dicono il contrario. Secondo esperti del settore di provata autorevolezza, la sproporzione tra contributi versati e assegno percepito risiede nelle pensioni integrate al minimo, e quindi in quelle più basse che sono la maggioranza. La vera causa dello squilibrio deriva dall’uso che si è fatto nel tempo del sistema previdenziale, caricato impropriamente degli oneri per fare assistenza. Anche nell’ipotesi prospettata si vorrebbe risolvere un problema di natura squisitamente assistenziale prelevando i quattrini necessari dalle pensioni, secondo una vecchia e abusata linea di politica sociale di cui prima o poi si paga il conto. 
A giudicare dalle prime reazioni, la proposta di soluzione prospettata dal Presidente dell’INPS non ha suscitato consenso negli ambienti governativi.
Ciò può essere consolatorio per il momento, ma non è motivo di tranquillità per i pensionati.    


13 aprile 2015

Punture di spillo - Quando la toppa è peggiore del buco

Il sospetto era sorto con la pubblicazione del comunicato di ANSE nazionale che informava della firma del Patto a tutela degli anziani, avvenuta il 18 febbraio 2015, e riguardava la sottoscrizione da parte del Presidente di un patto con organizzazioni terze, prima di averne sottoposto il testo al preventivo vaglio dell’Assemblea nazionale dell’Associazione, competente a deliberare sulla materia. Ricordiamo che tale accordo comporta per i contraenti, e quindi anche per l’ANSE, impegni di varia natura per tutta la sua durata, ivi compresi quelli di natura economica.
Il sospetto di trasforma in certezza leggendo il verbale di riunione dell’Assemblea nazionale del 5 marzo 2015, convocata con lettera datata il giorno prima, e cioè il 4 marzo 2015, nell'imminenza dell'inizio dei lavori. La riunione aveva come unico punto all’ordine del giorno: “Delibera adesione dell’ANSE al “Patto federativo a tutela degli anziani” sottoscritto il 18 febbraio 2015 (art. 25 comma 3 lettera l dello Statuto)”.
La strana procedura adottata per convocare in tutta fretta l’Assemblea nazionale pur in assenza dei necessari presupposti, rappresenta l'ammissione dell'interesse ad eliminare rapidamente una situazione imbarazzante, legittimando l’atto compiuto dal Presidente senza il rigoroso rispetto delle regole associative; "metterci una pezza”, come si usa dire.  Tuttavia, come spesso accade, la toppa si è rivelata peggiore del buco.
In primo luogo, la convocazione è viziata da diverse irregolarità non sanabili e per questo motivo sono nulli la riunione e gli atti conseguenti. Inoltre, se per ipotesi la riunione fosse stata valida, il provvedimento che l’Assemblea avrebbe dovuto adottare riguardava semmai la ratifica del Patto e non certamente l’ “Esame ed approvazione….”, come riporta paradossalmente il verbale. Pensare di approvare “a posteriori” un atto ormai definitivo, già sottoscritto con terzi senza mandato, è semplicemente una presa in giro. 
Oltre a questi aspetti, ne vogliamo evidenziare un altro ben più importante: il comportamento del Presidente nazionale, il quale nell’esercizio del suo mandato agisce, di fatto, senza tener conto del ruolo e delle prerogative degli organi statutari, dimostrando di considerare lo Statuto dell’Associazione un insieme di regole alquanto noiose da rispettare solo formalmente se necessario, e il caso in esame ne è la conferma lampante.