Oggi, 2 ottobre, si festeggiano i
nonni. Più che scrivere belle parole, che - in questa come in
altre circostanze - si sprecano, per rimarcare l’importanza del loro ruolo nella
società odierna, preferiamo più semplicemente rivendicare rispetto per i nonni, ai
quali accomuniamo tutte le persone non più in età lavorativa. Non parliamo,
ovviamente, di rispetto inteso come atto di riguardo alla loro non più verde
età, alla canizie; ci riferiamo invece al rispetto degli impegni assunti nei
loro confronti; al rispetto dei loro diritti, spesso negati o conculcati.
Esempi in questo senso? Ve ne sono alcuni anche di viva attualità e non è il
caso di elencarli, tanto li sappiamo a memoria.
Sappiamo anche che tutti noi, nonni
o no, seguiteremo a difendere i nostri diritti con fermezza e dignità, come
continueremo a dare il nostro fattivo contributo per supplire alla carenza di
servizi sociali per le famiglie o per sostenerle nelle difficoltà quotidiane,
nella consapevolezza che - come afferma Cicerone nel “Cato Maior de senectude”- la conoscenza, l'esercizio delle virtù
in ogni età e una vita ben spesa, sono i rimedi più efficaci per una buona
vecchiaia.
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