Premessa
Con nota n. 223 del 1° dicembre 2016, indirizzata ai Presidenti di Sezione, l’ANSE ha reso ufficialmente noto un documento con un’ipotesi di ristrutturazione della sua organizzazione territoriale, formulata a livello centrale, da esaminare nella riunione ordinaria dell’Assemblea nazionale convocata, con lettera n. 207 dello scorso novembre 2016, per il 13 e 14 dicembre 2016. Il che significa chiaramente che l’ipotesi sarebbe stata oggetto solo di valutazione, ma non di deliberazione da parte di detto organismo. Invece, con successiva nota n. 225 del 6 dicembre 2016, vale a dire una settimana prima della riunione dell’Assemblea, il preannunciato esame è stato trasformato in “esame ed approvazione”, attraverso l’irrituale modifica dell’ordine del giorno originariamente previsto.
La citata nota n. 223 precisa testualmente che
“In tale documento viene osservato - ed il principio è condiviso dal Comitato direttivo nazionale - a che <è altamente auspicabile sia ripristinata sollecitamente una organizzazione territoriale dell’Associazione speculare a quella aziendale prendendo a riferimento prioritariamente la “rete” di E- Distribuzione>".
In sintesi, l’ipotizzata ristrutturazione prevede la soppressione di 8 Sezioni, che sarebbero accorpate a quelle della regione vicina, aventi sede nelle stesse città in cui sono ubicate le “Direzioni territoriali Enel”. Prevede altresì la soppressione di 64 Nuclei, il cui numero si ridurrebbe a 96, rispetto agli attuali 160.
Considerazioni
Il primo rilievo che scaturisce dalla lettura del documento suddetto riguarda l’impostazione dell’ipotesi, che sembra ispirata a cogliere un unico obiettivo e cioè quello di "ripristinare" (?) la specularità dell’organizzazione territoriale ANSE a quella aziendale, motivandola con la “[…] lontananza, anche conoscitiva, dell’Azienda di oggi, che si concretizza in una diffusa labilità di rapporti, isola nei fatti le Strutture ANSE sul territorio e, oltre a rendere praticamente estremamente problematica qualunque seria azione di proselitismo, fa rimontare spesso a livello nazionale la trattazione di modesti problemi legati al funzionamento associativo che potrebbero essere risolti più celermente ed efficacemente sul territorio, con un’adeguata interlocuzione con le Strutture territoriali aziendali.”
Le esigenze dei soci e la stessa sopravvivenza dell’Associazione nei territori interessati dalla ristrutturazione non sembrano interessare molto i vertici dell’Associazione.
Non occorrono particolari argomenti per dimostrare l’inconsistenza della motivazione citata; bastano poche riflessioni. Innanzitutto, l’asserita diffusa labilità di rapporti non dipende dalla “lontananza, anche conoscitiva dell’Azienda […]", che sarebbe causa dell’isolamento delle strutture ANSE. Gli operatori ANSE sul territorio conoscono bene la situazione e non possono condividere quest’analisi piuttosto superficiale. A livello territoriale, i rapporti tra rappresentanti ANSE e rappresentanti Enel, molto spesso, si giovano di conoscenze personali e le difficoltà d’interlocuzione non dipendono dalla mancanza nella stessa città di una “Direzione territoriale Enel”. Semmai vanno ricercate nella scarsa considerazione che molte strutture territoriali Enel hanno dell’ANSE, la quale non è accreditata, contrariamente a quanto vuol far credere, come una delle “istituzioni sociali” dell’Enel, ma è spesso percepita, a livello territoriale, semplicemente come un rispettabile raggruppamento di lavoratori in pensione, privo di qualsiasi considerazione in ambito aziendale. La labilità di rapporti, quindi, ha ben altre origini e la soluzione non può essere la soppressione delle Sezioni nei capoluoghi di regione ove non è dislocata una “Direzione Territoriale Enel”.
Vivaddio, i rapporti “istituzionali”, quando esistono, si possono intrattenere attraverso i tanti mezzi di comunicazione a disposizione e, all’occorrenza, con qualche visita del Presidente di Sezione al Responsabile Enel nella sua sede di lavoro. Peraltro, non si può enfatizzare l’occasionale trasferimento a livello nazionale di modesti problemi di funzionamento, per utilizzarlo a sostegno della soppressione di una Sezione.
Quanto alla tesi che l’isolamento delle strutture ANSE renderebbe problematica qualsiasi azione seria di proselitismo, è appena il caso di rilevare che essa non è collegata alla presenza di una “Direzione territoriale Enel”, bensì alla presenza sul territorio di lavoratori addetti alle diverse attività svolte da una o più aziende del Gruppo Enel. Ed è incontrovertibile la circostanza che nelle regioni in cui si vuol sopprimere la Sezione ANSE esiste comunque un vasto bacino di lavoratori Enel in servizio, oltre che di lavoratori in pensione e loro superstiti, cui rivolgere tale azione. Oltretutto, proprio alcune di dette Sezioni hanno fatto registrare recentemente adesioni di lavoratori in servizio, a ulteriore dimostrazione che non vi è alcun nesso tra il presunto “isolamento” delle strutture ANSE e l’azione di proselitismo. Si tratta, invece, di proporre iniziative idonee a sollecitare l’interesse del personale in servizio nei confronti dell’ANSE. Cito per tutte a titolo di esempio - e solo perché ne ho conoscenza diretta – l’attività in tal senso della Sezione Basilicata.
Inoltre non può essere invocata a sostegno della soppressione delle Sezioni un’ipotetica riduzione di costi. È un’idea sbagliata. Infatti, nelle città capoluogo di regione, allo stato attuale, il locale, gli arredi e le attrezzature d’ufficio sono condivisi da Sezione e Nucleo, il quale comunque avrebbe bisogno di continuare a fruirne, anche in mancanza della Sezione, per funzionare normalmente, salvo che non si voglia mandare tutti a casa o prospettare una soluzione diversa che al momento non s’intravede.
Un’altra critica all’ipotesi di ristrutturazione nasce dal fondato sospetto che si voglia imporre un progetto che le rappresentanze di base dovrebbero solo accettare con l’approvazione formale. Tale sospetto è avvalorato dall’insistente “pressione”, esercitata nei confronti delle Sezioni sotto forma di auspici, al fine di far condividere l’ipotesi proposta. In tale direzione sembra orientato anche l’improvviso stravolgimento dell’iter decisionale a livello nazionale, con l’irrituale iscrizione dell’argomento all’ordine del giorno dell’Assemblea del 13 e 14 dicembre 2016. Come testimonia la lettera di trasmissione del progetto, datata 1° dicembre 2016, nella suddetta riunione, era previsto originariamente solo l’esame e non già la sua approvazione, tanto e vero che non figurava tra gli argomenti all’ordine del giorno. Solo in seguito (il 6 dicembre 2016), e nell’imminenza della riunione dell’Assemblea, l’ipotesi è stata iscritta all’ordine del giorno per l’approvazione, sorvolando disinvoltamente sulla circostanza che la rilevante importanza dell’argomento da deliberare e la sua straordinarietà avrebbero imposto la convocazione dell’Assemblea in sessione straordinaria. Nel caso specifico non è stato rispettato neanche il preavviso di un mese, come previsto dallo Statuto e non può ritenersi valida allo scopo la convocazione dell’8 novembre 2016, perché l’argomento non è incluso nell’ordine del giorno originariamente comunicato, né sono stati inviati contestualmente ai membri dell’Assemblea i documenti riguardanti l’ipotesi di cui si tratta, per farne oggetto di deliberazione.
Infine, con riferimento all’inoppugnabile natura straordinaria di un progetto di ristrutturazione di così vasta portata, sono necessari alcuni richiami allo Statuto, la cui osservanza formale e sostanziale deve essere assoluta, per le conseguenze che possono derivare all’Associazione.
Perciò è utile ricordare le disposizioni statutarie di carattere generale e quelle che regolano la materia.
Per quanto riguarda le norme di carattere generale, l’art. 1 dispone al comma 1:
“E’ costituita l'Associazione Nazionale Seniores ENEL - ANSE – Associazione di solidarietà tra dipendenti e pensionati delle Aziende del Gruppo ENEL, con sede legale in Roma, diffusa su tutto il territorio nazionale.”
e al successivo comma 4:
“Le norme sull’ordinamento interno dell’Associazione sono ispirate a principi di democrazia e di eguaglianza di diritti di tutti gli associati.”
Art. 2 - (Soci), comma 2, dispone:
“La qualità di Socio si consegue con l’iscrizione al Nucleo locale (nel testo denominato Nucleo) e con il pagamento della quota sociale e comporta l’incondizionata accettazione delle norme dello Statuto e del Regolamento elettorale.”
Art. 12 - (Organizzazione Territoriale) dispone:
“L’organizzazione territoriale dell’Associazione si articola in Sezioni con competenza di norma sul territorio Regionale, alle quali fanno capo i Nuclei costituiti a livello locale. I criteri di appartenenza al Nucleo sono stabiliti dal punto n.2 del già citato art. 13 il quale dispone che “Ogni Nucleo è composto da un gruppo di Soci accomunati dalla residenza oppure dall’appartenenza o provenienza da unità organizzative del Gruppo ENEL o di Aziende cui siano confluite attività già svolte dal Gruppo ENEL.”
In relazione a quanto precede, si evidenzia che, sul piano giuridico, le associazioni sono delle istituzioni che prendono vita con la stipulazione di un particolare tipo di contratto: il contratto di associazione, che impegna le parti contraenti al momento dell’adesione. L’adesione si perfeziona, secondo i principi generali sulla formazione del contratto, nel momento dell’incontro delle dichiarazioni di volontà dell’aderente e dell’associazione .
Per quanto riguarda specificamente l’ANSE, il patto associativo dispone che l’iscrizione al Nucleo locale è il presupposto esclusivo per conseguire la qualità di socio e il conseguente diritto di far parte dell’organizzazione territoriale prevista dal citato art. 12.
L'iscrizione al Nucleo, dunque, costituisce l'elemento primario delle dichiarazioni di volontà del contratto, che dispiega i suoi effetti su tutti i rapporti che intercorrono tra i contraenti (soggetto aderente e Associazione) .
Per quanto riguarda poi le norme che regolano le modifiche da apportare eventualmente alla struttura dell’organizzazione territoriale, giova richiamare le seguenti norme statutarie.
Art. 13 - (Nucleo) che dispone al comma 4:
“I Nuclei sono costituiti, accorpati o suddivisi previa delibera dell’Assemblea dei Soci interessati, soggetta a ratifica dell’Assemblea di Sezione e comunicata alla Presidenza nazionale. Nell’ipotesi di accorpamento tra due o più Nuclei le relative delibere devono essere adottate dall’Assemblea di ciascuna unità interessata. […]”.
Art. 18 - (Assemblea di Sezione) che dispone al comma 4:
“Può proporre all’Assemblea nazionale l’accorpamento con altre Sezioni sulla base dell’istanza in tal senso inoltrata dalle Assemblee della maggioranza dei Nuclei al Comitato di Sezione.”
Tutto ciò significa che lo Statuto assegna ai soci e alle loro rappresentanze di base (Assemblea dei soci, Assemblea e Comitato di Sezione) un ruolo di assoluta preminenza in materia di modifica delle strutture territoriali, rispetto agli altri organi nazionali dell’Associazione, il cui ruolo è sostanzialmente di ratifica delle volontà espresse dalla base. La base associativa, come effettivo “dominus” della situazione, è deputata a deliberare valutando, in piena autonomia e serenità, quali siano le effettive esigenze a livello territoriale e, rispetto all’ipotesi proposta, quali possono essere le conseguenze sulla tenuta complessiva dell’organizzazione, in caso di una sua scriteriata modifica strutturale. Anche nell'ipotesi di ristrutturazione come quella in esame, da cui la base, operosa e spesso silente, che è stata completamente esclusa nella fase preparatoria, salvo a essere coinvolta “al bisogno” - come si usa dire in gergo medico - può ancora, con uno slancio di orgoglio, dire l’ultima parola sull’argomento, con consapevolezza e onestà di giudizio.
In chiusura, è opportuno evidenziare che nell’ANSE ogni tanto si materializza il “pallino” della ristrutturazione della rete territoriale. Già nel 2013, quindi in tempi non lontani, un Gruppo di lavoro costituito nell’ambito del Comitato Direttivo Nazionale e composto di tre membri (Di Vincenzo, Riva e Palmieri), si occupò in particolare dei Nuclei, riaffermando sostanzialmente la validità della rete organizzativa territoriale. La relazione conclusiva dei lavori del Gruppo ottenne l’approvazione prima dello stesso C.D.N. e poi dell’Assemblea Nazionale.
Questo per sottolineare che l’assetto della rete organizzativa territoriale dell’ANSE, pensato dai padri fondatori, conserva la sua attualità, avendo brillantemente superato nel tempo un severo collaudo. Eventuali aggiustamenti a livello locale si possono realizzare, come peraltro è sempre avvenuto, attraverso strumenti ordinari, valutando caso per caso le singole situazioni, senza apportare modifiche a tale assetto, e soprattutto senza ricorrere ad interventi devastanti di cui non si ravvisa la necessità, i quali avrebbero non solo l’effetto di stravolgere l’organizzazione, ma anche di eliminare insieme alle otto strutture organizzative regionali individuate nell’ipotesi, anche la presenza delle comunità associative che in esse si riconoscono.