Egregio Signor Presidente,
anche
noi, come altri soci ANSE, abbiamo ricevuto la cartolina celebrativa con i suoi
auguri per le imminenti festività natalizie, che ci affrettiamo a ricambiare.
Con la franchezza che ci contraddistingue,
aggiungiamo che l’inusuale invio personalizzato degli auguri, ancorché motivato
dalla celebrazione del venticinquennale dell’ANSE, sembra un’operazione di
comunicazione, peraltro piuttosto datata, diretta a promuovere l’immagine del
suo Presidente. Infatti, la “card” augurale contiene tutti gli elementi
che concorrono ad accreditare questa ipotesi: c’è la foto di Roma maestosa con
il suo biondo Tevere, che evoca la grandezza, e non manca la frase suggestiva da
rimanere impressa nella mente, che afferma il fiero proposito di fare della
storia dell’ANSE la piattaforma su cui costruire il futuro. (?) Insomma, c’è tutto
il necessario per comporre un bel quadretto epico, che riporta alla memoria un
periodo della nostra fanciullezza, quando c’era ancora il capo che incarnava tutta
la nazione e ne tracciava il destino.
E, dulcis in fundo, c’è il suo messaggio augurale autografo con l’incipit,
ahinoi, alquanto vanaglorioso: “Per i
nostri primi venticinque anni vissuti insieme”. Perdoni l’ardire, Signor Presidente,
ma non le pare di aver esagerato nell’intestarsi
tutti i venticinque anni della
storia dell’ANSE, pur sapendo che lei non ha avuto né arte né parte nei primi
quattordici anni di vita dell’Associazione, dalla quale si è tenuto ben lontano?
Salvo a scoprire, nella seconda metà dell’anno 2005, che l'iscrizione era
uno dei requisiti necessari per poter presentare la candidatura alla carica di
Presidente dell’ANSE, che le era stata
offerta e alla quale fu eletto nel Congresso nazionale svoltosi a cavallo tra
la fine di settembre e l’inizio di ottobre dello stesso anno. Converrà, quindi, che il
richiamo ai “nostri venticinque anni
vissuti insieme” denota un egocentrismo fuori luogo, che sarebbe stato
opportuno reprimere, almeno in questa occasione. Il senso della realtà avrebbe
dovuto consigliarle maggiore sobrietà, se non altro per rispetto
all’intelligenza dei tanti soci della prima ora, che in tutti i venticinque
anni trascorsi hanno accordato la loro fiducia all’ANSE (purtroppo, tradita
negli ultimi tempi), e soprattutto in omaggio a coloro che ebbero la felice
intuizione e il merito di far nascere l’Associazione.
Com’è d’obbligo, chiudiamo la nostra letterina di Natale promettendo di non fare i birichini e di essere buoni. Buoni sì, ma non féssi!
Con i migliori saluti,
Stefano Di Vincenzo - Prospero Figundio - Federico Memo - Giuseppe Monaco
Stefano Di Vincenzo - Prospero Figundio - Federico Memo - Giuseppe Monaco
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