19 dicembre 2016

Letterina (aperta) di Natale

Egregio Signor Presidente,

          anche noi, come altri soci ANSE, abbiamo ricevuto la cartolina celebrativa con i suoi auguri per le imminenti festività natalizie, che ci affrettiamo a ricambiare.

Con la franchezza che ci contraddistingue, aggiungiamo che l’inusuale invio personalizzato degli auguri, ancorché motivato dalla celebrazione del venticinquennale dell’ANSE, sembra un’operazione di comunicazione, peraltro piuttosto datata, diretta a promuovere l’immagine del suo Presidente.  Infatti, la “card” augurale contiene tutti gli elementi che concorrono ad accreditare questa ipotesi: c’è la foto di Roma maestosa con il suo biondo Tevere, che evoca la grandezza, e non manca la frase suggestiva da rimanere impressa nella mente, che afferma il fiero proposito di fare della storia dell’ANSE la piattaforma su cui costruire il futuro. (?) Insomma, c’è tutto il necessario per comporre un bel quadretto epico, che riporta alla memoria un periodo della nostra fanciullezza, quando c’era ancora il capo che incarnava tutta la nazione e ne tracciava il destino.
  
E, dulcis in fundo, c’è il suo messaggio augurale autografo con l’incipit, ahinoi, alquanto vanaglorioso: “Per i nostri primi venticinque anni vissuti insieme”. Perdoni l’ardire, Signor Presidente, ma non le pare di aver esagerato nell’intestarsi  tutti i venticinque anni della storia dell’ANSE, pur sapendo che lei non ha avuto né arte né parte nei primi quattordici anni di vita dell’Associazione, dalla quale si è tenuto ben lontano? Salvo a scoprire, nella seconda metà dell’anno 2005, che l'iscrizione era uno dei requisiti necessari per poter presentare la candidatura alla carica di Presidente dell’ANSE,  che le era stata offerta e alla quale fu eletto nel Congresso nazionale svoltosi a cavallo tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre dello stesso anno.  Converrà, quindi,  che  il richiamo ai “nostri venticinque anni vissuti insieme” denota un egocentrismo fuori luogo, che sarebbe stato opportuno reprimere, almeno in questa occasione. Il senso della realtà avrebbe dovuto consigliarle maggiore sobrietà, se non altro per rispetto all’intelligenza dei tanti soci della prima ora, che in tutti i venticinque anni trascorsi hanno accordato la loro fiducia all’ANSE (purtroppo, tradita negli ultimi tempi), e soprattutto in omaggio a coloro che ebbero la felice intuizione e il merito di far nascere l’Associazione.  

         Com’è d’obbligo, chiudiamo la nostra letterina di Natale promettendo di non fare i birichini e di essere buoni. Buoni  sì, ma non féssi!
   
Con i migliori saluti,
     
Stefano Di Vincenzo - Prospero Figundio - Federico Memo - Giuseppe Monaco


                                                           

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