Gli ex
dipendenti Enel pensionati in questi giorni hanno avuto notizia per via
indiretta della formale disdetta della regolamentazione collettiva sulle
agevolazione tariffarie con estinzione al 31.12.2015. La decisione è stata
comunicata con lettera dall’Enel alle OO.SS. di categoria che hanno
immediatamente risposto, dissentendo tra l’altro dal metodo adottato. La
notizia si è diffusa rapidissimamente tra gli interessati oltre che con il
passa parola anche attraverso internet. Anche Anse nazionale ha diffuso in
proposito un laconico e anemico comunicato. A completamento è
opportuno anche ricordare che il servizio elettrico di maggior tutela, al quale
appartengono i pensionati di una certa epoca (gli altri hanno risolto il
problema quando erano in servizio ricevendo un indennizzo), cessa di esistere a
far data dall’1.1.2018 (vedi legge sulla concorrenza) per cui tutti gli
interessati dovranno scegliersi un nuovo gestore sul mercato libero dell’energia.
E’ stato un
provvedimento che ha sorpreso un po’ tutti, anche se con i tempi che corrono i
diritti, specialmente quelli dei pensionati, sono continuamente disattesi; vedi
il provvedimento sulla perequazione delle pensioni con il quale il governo ha inteso interpretare e non
applicare la decisione della Consulta. Ma rimaniamo soprattutto meravigliati e perplessi dell’atteggiamento
assolutamente agnostico dell’Anse che non spende una parola a favore dei suoi
soci colpiti ancora una volta nei propri sacrosanti diritti. Questo non significa mettersi di traverso rispetto
alle decisioni che prende l’azienda, anzi vuol dire collaborare per suggerire una
soluzione equa e condivisa. L’Assemblea Nazionale, che ha la rappresentanza più diretta dei
soci, potrebbe dare valide indicazioni con atteggiamenti collaborativi per la
migliore soluzione del problema, senza perdere di vista i buoni rapporti che
bisogna avere con Enel. Aver coinvolto le OO.SS. in questa problematica, che
non è di facile soluzione, dimostra che l’Enel è alla ricerca di un
interlocutore che possa in qualche modo rappresentare i pensionati con il quale
aprire un discorso; d’altro canto l’Anse, che ha tra i suoi ventiquattromila soci la
maggior parte delle persone coinvolte nell’abolizione del benefit, può svolgere
in questa situazione un ruolo determinante. Infatti l’articolo due - lettere b) e c) - dello
statuto prescrive di “sviluppare un
rapporto di collaborazione con Enel…….. e promuovere le più opportune
iniziative a salvaguardia dei legittimi interessi materiali e morali dei soci.”
A mio modesto avviso, in questa particolare situazione, le due esigenze non
sono inconciliabili, occorre solo molta cautela e chiarezza nelle azioni da
sviluppare.
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