Colpire in qualsiasi modo i pensionati è diventata una
pratica ormai abituale nel nostro Paese. Una sorta di tiro al bersaglio.
Stavolta tocca ai pensionati ex dipendenti Enel (e loro superstiti titolari di
pensione di reversibilità), i quali - per decisione dell’Azienda - dovranno
rinunciare alla riduzione tariffaria su determinati quantitativi di energia elettrica
consumati nell’abituale dimora, spettante per effetto dei contratti collettivi
che regolavano il loro rapporto di lavoro.
Infatti, con lettera del 12 ottobre 2015, l'Enel ha comunicato alle Organizzazioni sindacali degli elettrici la formale disdetta della regolamentazione collettiva sulle agevolazioni tariffarie, con estinzione al 31 dicembre 2015.
Infatti, con lettera del 12 ottobre 2015, l'Enel ha comunicato alle Organizzazioni sindacali degli elettrici la formale disdetta della regolamentazione collettiva sulle agevolazioni tariffarie, con estinzione al 31 dicembre 2015.
La improvvisa notifica della decisione che suscitato sorpresa, oltre a far ipotizzare che l’Enel abbia voluto forzare i tempi, non è accompagnata di alcuna indicazione o proposta. Per questo motivo circoscriviamo il nostro ragionamento agli aspetti generali, in attesa di conoscere maggiori elementi di valutazione.
Si tratta di una decisione unilaterale con apprezzabili
riflessi economici per decine di migliaia di pensionati, che va valutata prima
di tutto sul piano giuridico per verificarne la fondatezza. Tuttavia, ammesso
che la volontà manifestata dall'Enel di abolire il c.d. sconto abbia tutti i requisiti necessari, è
da escludersi che la stessa possa sottintendere un “esproprio”, perché ai pensionati interessati
spetta comunque un adeguato risarcimento.
Questi sono gli aspetti principali del problema che
dovrebbero meritare anche l’attenzione dell’ANSE, visto riguarda circa i due terzi dei
suoi iscritti. Le Organizzazioni sindacali stanno già valutando la questione, come ci risulta. Non dimostra di fare altrettanto l’ANSE, che si limita a dare
notizia della decisione dell’Enel con un laconico comunicato a firma del suo Presidente, diffuso nel primo pomeriggio del 13 corrente. Non pretendiamo che essa si debba sostituire alle Organizzazioni sindacali, perchè sappiamo bene che non è questo il ruolo dell'ANSE; tuttavia, limitarsi a comunicare la notizia nel modo
suddetto, senza un minimo di commento e sopratutto senza avvertire la necessità di riaffermare perlomeno il sacrosanto
principio di civiltà giuridica del diritto dei pensionati ad un equo indennizzo,
significa non adempiere il dettato del patto associativo.
Con ciò non vogliamo sostenere che l’ANSE non debba tener conto della delicatezza dei suoi rapporti con l’Enel, che sono fondamentali per la vita dell’Associazione,
ma l’atteggiamento passivo dimostrato genera una brutta impressione nei soci,
che non gradiscono il ruolo di semplice “portavoce” o peggio di “passacarte” che l'ANSE sembra voglia ritagliarsi nella vicenda. Certamente non corrisponderà al vero, ma non possiamo astenerci dal riferire, sia pure con profondo rammarico, le opinioni espresse da molti
soci in proposito.
Nessun commento:
Posta un commento