05 gennaio 2017

ANSE in tribunale


A conclusione del mio post pubblicato su questo blog il 29 settembre 2016, sotto il titolo “Se l'esercizio del diritto di critica comporta l’espulsione dall’ANSE”, ponevo alcuni interrogativi, tra i quali il seguente:
“È normale che per difendersi da accuse infondate e infamanti occorre farsi assistere da un avvocato, e non basta appellarsi all’Organo di garanzia statutaria (Collegio dei Probiviri), ma è necessario procedere per via giudiziaria?”
A questo quesito gli organi centrali dell’ANSE (Presidenza, Comitato direttivo e Assemblea nazionale) non hanno mai dato una qualsivoglia risposta, perché evidentemente ritengono che il loro comportamento sia adamantino e perciò esente da qualsiasi censura, tanto da poter affrontare anche un procedimento giudiziario, da cui sperano di uscire vittoriosi. Beati loro, vien da dire, aggiungendo subito che una dirigenza più accorta e meno sprezzante, dovrebbe sempre avvertire la responsabilità di saper gestire la vita associativa con imparzialità e nel rispetto delle regole della democrazia. Purtroppo, i fatti dimostrano il contrario.
Quanto sia stata equilibrata ed imparziale la gestione dell’annosa vicenda della Sezione Sicilia, che, tra l’altro, ha portato all’estromissione dall’Associazione del sottoscritto e di un altro socio, è cosa nota ed è inutile tornarci sopra, visto che ora dovrà occuparsene il giudice.
È spiacevole dover constatare che, a causa della presunzione senza limiti della sua dirigenza, prossima alla temerarietà,  l’Associazione debba difendersi in un’aula di tribunale per aver adottato due provvedimenti di espulsione ingiusti e lesivi delle regole statutarie, oltre che contrari al comune buon senso.
L’atto di citazione per la revoca di detti provvedimenti è stato depositato al Tribunale di Roma,  presso cui  è stata fissata la prima udienza del procedimento per il prossimo 10 aprile 2017.
                                                                                                                                                                                                                                           Giuseppe D’Arrigo



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