16 ottobre 2014

La legge di Stabilità

di Prospero Figundio

Nella serata del 15 corrente, il Consiglio dei Ministri ha approvato la legge di Stabilità per il 2015, che prevede misure finanziarie riguardanti entrate e uscite per complessivi 36 miliardi di euro.
Sulla base delle informazioni diffuse subito dopo l’approvazione del disegno di legge, riepiloghiamo le scelte operate dal governo, limitandoci a quelle che interessano più direttamente il lavoro dipendente, le pensioni, le famiglie in generale e le imprese.

Trattamento di fine rapporto
Via libera al trattamento di fine rapporto di lavoro in busta paga per i lavoratori dipendenti del settore privato, i quali potranno chiedere la corresponsione dell’importo maturato a tale titolo nell’anno precedente. Il provvedimento è applicabile, in via sperimentale - per tre anni,  dal 2015 al 2018 - su adesione volontaria da parte dei lavoratori interessati. Si tratta di una sorta di un’ulteriore mensilità aggiuntiva, di cui potrà beneficiare anche chi aderisce a fondi di previdenza integrativa. È soggetta però a tassazione ordinaria e non separata, come normalmente avviene per il Tfr.  La misura riguarda il Tfr maturato dall’anno in corso e non quello maturato in passato.

Bonus 80 euro
È confermato il bonus Irpef di 80 euro mensili per i lavoratori dipendenti che percepiscono un reddito annuo lordo fino a 26.000 euro. Il beneficio, già previsto nel decreto governativo precedente per il solo anno 2014 a favore dei lavoratori dipendenti con un reddito annuo lordo compreso tra gli 8.000 e i 24.000 euro, viene ora stabilizzato diventando una detrazione .
In quest’ambito sono previste anche agevolazioni fiscali a famiglie per il sostegno di figli fino al terzo anno di età.

Fondi pensione
È previsto un aumento della tassazione Irpef sui rendimenti dei fondi pensione, tra i quali rientrano anche i fondi di previdenza integrativa, dall’attuale 11,5% al 20%.

Ristrutturazioni edilizie
Le detrazioni per il recupero edilizio delle abitazioni e quelle per il risparmio energetico sono state prorogate di un altro anno nelle misure massime attualmente previste, rispettivamente del 50% e del 65%.

Sgravi contributivi alle imprese per nuove assunzioni
Le imprese che assumeranno lavoratori dipendenti con contratto a tempo indeterminato non pagheranno i contributi di legge per i successivi tre anni. La misura intende favorire l’occupazione esentando sia le imprese e sia i lavoratori neo assunti dal pagamento dei contributi previdenziali, alla cui copertura provvederà lo Stato.

Taglio IRAP
Per le imprese è prevista inoltre la riduzione della tassa regionale sulle attività produttive (IRAP) per la parte concernente la componente lavoro. Il beneficio comporta una riduzione della pressione fiscale per le imprese per un importo corrispondente all’esclusione dalla base imponibile del costo del lavoro. La misura riguarda anche le nuove assunzioni.

Il commento
Per chiudere, qualche breve commento focalizzato sugli aspetti più discutibili o meno positivi, suggeriti dalla prima lettura del disegno di legge che ora dovrà essere sottoposto al vaglio del Parlamento.
Non possiamo passare sotto silenzio la preoccupazione che alla significativa riduzione della pressione fiscale finalizzata a favorire l’occupazione, possa corrispondere un aumento della tassazione a livello locale, giacché il provvedimento prevede a carico di Regioni e Comuni tagli consistenti dei trasferimenti statali, in conseguenza della revisione della spesa pubblica. La preoccupazione dei cittadini è legittimata dai poco confortanti comportamenti precedenti degli Enti suddetti, sempre pronti a compensare i tagli con aumenti di tasse e balzelli. Speriamo comunque che resti solo una preoccupazione, ma spesso a pensar male….
Un altro aspetto negativo del provvedimento riguarda l’aumento della tassazione dei rendimenti sui fondi di previdenza integrativa. La penalizzazione arriva dopo pochi anni dall’istituzione dei fondi, la cui funzione fondamentale è quella di costituire una stampella economica per i futuri pensionati che riceveranno magri assegni pensionistici dalla previdenza obbligatoria, sia per effetto del passaggio metodo contributivo per il calcolo della pensione e sia per effetto di buste paga magre o di periodi di mancata contribuzione dovuti a interruzioni dei rapporti di lavoro. Salvo futuri provvedimenti dello Stato atti a migliorare le pensioni, il futuro che si prospetta in campo previdenziale è piuttosto buio.   
E per rimanere nel tema, terminiamo esprimendo l’ennesima delusione nei confronti del Governo per la mancata estensione del bonus degli 80 euro ai pensionati. Eppure dell’ipotesi di estendere il beneficio anche a questa categoria di cittadini ne avevano parlato insistentemente i giornali non solo, ma anche autorevoli esponenti governativi, a cominciare dal Premier. È il caso di dire, parafrasando un vecchio detto, che tra il dichiarare e il fare c’è sempre di mezzo il mare.

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