21 ottobre 2014

La strana atmosfera nell’ANSE


di Pasquale Cutino

L’ultima elezione in ordine di tempo, avvenuta il cinque settembre scorso nell’Anse nazionale, è stata quella del Presidente del Collegio dei Probiviri.
I membri del Collegio eletti dal Congresso sono rimasti gli stessi del mandato precedente tranne uno, il candidato della Campania, già Presidente della Sezione. Il suo curriculum, la sua esperienza, sia in ambito lavorativo che in ambito associativo, e il suo equilibrio costituivano requisiti ideali per ricoprire, una volta eletto dal Congresso, anche la carica di Presidente del Collegio. Tuttavia ciò che sembra una cosa normale, non trova riscontro nella realtà se prevalgono, come è accaduto nel caso specifico, logiche di potere. Credo che in un’associazione come la nostra, che raggruppa soci dipendenti ed ex dipendenti Enel, bisognerebbe sentire forte il senso della solidarietà e agevolare tutti quelli che, avendo capacità e conoscenze, si propongono per dare un contributo allo sviluppo e all’affermazione dell’associazione e soprattutto per affermare un principio di vera democrazia e di alternanza nei vari ruoli. In considerazione poi che la Sezione Campania ha dato sempre all’Anse un apporto di qualità con propri soci nel Comitato Direttivo nazionale, nel Comitato di redazione del Notiziario ANSE, con partecipanti in vari congressi impegnati alla stesura del documento programmatico, con l’organizzazione a livello locale di convegni e mostre in collaborazione con vari comuni della regione, si riteneva da parte di molti di noi che la candidatura del rappresentante campano a Presidente del Collegio dei Probiviri potesse avere, non solo appoggi numerici, ma soprattutto di orientamento verso un risultato che desse spazio anche alla Campania. Una grande Regione del sud che conta circa 1500 soci e che non ha nulla da invidiare alle altre regioni, sia per le attività di natura culturale organizzate tra i soci e sia per quelle organizzate con l’Enel, si è trovata invece improvvisamente impoverita nei ruoli. Questo a conferma dello strano concetto che tutto deve essere concentrato in poche regioni. L’elezione del Presidente del Collegio dei Probiviri era una buona occasione di alternanza, ma ha prevalso la logica del potere. È mancata una doverosa azione di orientamento e di equilibrio da parte di chi, in ambito associativo, dovrebbe avere la capacità e l’autorevolezza necessarie per spiegare che in un sistema costruito su basi democratiche i pesi tra le varie componenti sono fondamentali. Si può obiettare che questa operazione sia stata fatta, ma nel segreto dell’urna ognuno vota per chi ritiene opportuno votare. Allora nell’ANSE esiste un attaccamento alle poltrone non giustificabile.

Vorrei poi aggiungere che il precedente Collegio dei Probiviri, quando è stato chiamato a giudicare la manovra fatta in Campania per l’elezione del Comitato di Sezione, ha dimostrato scarsa saggezza e poca conoscenza dello Statuto, del Regolamento elettorale e di quanto deliberato dall’assemblea Nazionale nella seduta del 29.11.2013. Vorrei chiarire che non esiste un silenzio normativo, come ha voluto asserire il Collegio nella seduta del 16.5.2014, per cui salomonicamente ha dato ragione alle due tesi. Ha in pratica avallato il concetto che nell’elezione del Comitato di Sezione un Nucleo può intervenire con un solo voto ed un altro, per il gioco delle deleghe, può intervenire con tre voti. Basterebbe quest’osservazione (di grave vuoto normativo che non c’è) per dire che qualcosa non ha funzionato. Preciso, riferendomi sempre al verbale del collegio dei Probiviri, che l’ultimo comma dell’articolo 8 dello statuto non è manchevole, né va modificato perché, mentre prevede, in caso di assenza del responsabile di Nucleo, la delega al vice responsabile, nulla dice nel caso manchi il Vice Responsabile, e nulla deve dire perché l’articolo si riferisce alla partecipazione alle normali assemblee di Sezione, ove si vuole assicurare che di quel Nucleo sia presente il Responsabile o un suo delegato. Il tutto poi viene chiarito dall’art. 10 comma 3 del regolamento elettorale, che indica come prima assemblea di Sezione (differenziandola dalle altre) quella in cui vengono eletti i componenti del Comitato di Sezione e i Delegati al Congresso. Nulla è aggiunto in materia di deleghe, perché, dovendosi salvaguardare il principio pregnante dell’uguale peso, nel momento più alto dell’espressione democratica quale è il voto; non si può consentire che con lo scambio di deleghe tra Nuclei diversi, dettati da motivi meramente opportunistici, si arrivi a stravolgere il contenuto altamente democratico dei testi sociali. I padri fondatori dell’Anse spesero non poche energie per affermare dei principi fondamentali, ma che sono stati stravolti da un gruppo infimo di soci. Sia lo Statuto e sia il Regolamento elettorale non prevedono deleghe nella prima ed unica assemblea elettorale di Sezione. Solo per quelli che non vogliono cogliere questo atto democratico, un Vice Responsabile di Nucleo (Benevento) in dispregio a tutte le norme, soprattutto etiche, dà la delega al Responsabile di un altro nucleo (Avellino) e questi a sua volta, essendo in possesso già della delega del vice responsabile di Avellino, la gira ancora al Responsabile di altro Nucleo (Napoli). Su questa manovra, non certamente ortodossa (il collegio dei probiviri ha dato poi ragione alle due tesi senza però dare alcuna valutazione interpretativa) si è tentato di aprire un confronto democratico ma l’atmosfera, diventata molto rovente, ha consigliato, visti gli obiettivi non certo esaltanti che si volevano cogliere, di chiudere ogni discussione. Sono prevalsi purtroppo non gli interessi supremi dell’Anse, ma quelli personali e di gruppo. Un interrogativo sarebbe d’obbligo da parte dell’Anse e dei soci della Campania.

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