06 marzo 2015

ANSE, un’associazione/azienda?

I componenti degli organi nazionali ANSE sono stati convocati il 4 e 5 marzo, a Casalecchio di Reno, per partecipare a un altro seminario formativo. Il seminario - come riportato nella lettera di invito - “animato” dal “qualificato  esperto formatore…ben conosciuto” dai convocati, era “finalizzato ad una riflessione sulle evoluzioni di ruolo funzionali al miglioramento della gestione ed allo sviluppo della nostra Associazione”.
Sembra che Casalecchio sia divenuta la sede di una sorta di scuola per i quadri dell’ANSE, come lo era una volta Frattocchie, la frazione del Comune di Marino nei pressi di Roma, che dette il nome alla meglio conosciuta Scuola delle Frattocchie per la formazione dei quadri di un noto partito politico. Beninteso, la nostra è soltanto un’esemplificazione e nient’altro.
Come soci ANSE, siamo interessati, invece, a manifestare le nostre perplessità sull’impostazione di tali seminari formativi e sui benefici che ne possono trarre l’ANSE e i partecipanti (Membri del Comitato direttivo nazionale e Presidenti delle Sezioni regionali). È arcinoto che si tratta di persone chiamate per elezione (o, in qualche caso, per designazione) a ricoprire cariche nell’Associazione, avendo scelto volontariamente di dedicare una parte del loro tempo ad attività in campo sociale. Sono quindi soggetti molto motivati e, per giunta, portatori di una lunga esperienza professionale e di vita.
È abbastanza chiaro che l’organizzazione di seminari o incontri di tal genere è perfettamente funzionale all’idea (non condivisibile) di associazione gestita come se fosse un'azienda, cui il Presidente attuale dimostra con il suo modo di agire di essere molto affezionato. Sussistono invece fortissimi e seri dubbi che i titolari delle cariche suddette abbiano un reale bisogno di incontri o seminari, con tanto di psicologo formatore, per occuparsi  di argomenti altisonanti quanto fumosi (a conferma, basta rileggere quello dell’ultimo incontro riportato in apertura).
Sono persone competenti e formate da una lunga militanza in ANSE, in grado di esercitare il ruolo di volontario e di svolgere i compiti richiesti dalla carica ricoperta, perché abituate ad operare nell'ambito di organizzazioni, e sono oltretutto dotate di un’elevata sensibilità ai problemi sociali, che ne affina le loro capacità. Perciò sarebbe più appropriato e produttivo ipotizzare per loro - che costituiscono la cerniera tra i soci e l'azione dell’Associazione - un processo permanente di “autoformazione”, sviluppato all'interno degli organi collegiali, che tragga gli stimoli da una partecipazione effettiva allo studio e alla realizzazione di iniziative a respiro nazionale finalizzate a risolvere i problemi dei soci. Valorizzare il ruolo dei quadri facendo funzionare effettivamente gli organi statutari, sarebbe un modo virtuoso per innescare e alimentare un processo formativo capace di contribuire davvero allo sviluppo dell’Associazione.
A che serve, dunque, seguire la linea scelta dal vertice dell’ANSE? Cui prodest? (a chi giova?). 





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