I
giornali riportano la notizia della sentenza emessa da un Giudice di Pace di
Venezia, il quale ha deciso che l’IVA sulle bollette di gas ed
elettricità va calcolata solo sui corrispettivi spettanti al fornitore e
non anche sulle accise spettanti allo Stato come avviene adesso, dando
ragione a un consumatore che aveva fatto ricorso.
Tra i
principi richiamati dal Giudice di Pace, vi è quello sancito dalla Corte di
Cassazione con sentenza n. 3671/97, secondo cui un'imposta non costituisce
mai base imponibile per un'altra, salvo deroga esplicita.
La
decisione costituisce, indubbiamente, un precedente importante perché
mette in discussione l’attuale disciplina sull’IVA, da sempre contestata dai
consumatori, che ammette il calcolo dell’imposta anche sulle accise gravanti
sui consumi di gas e di energia elettrica.
Da un
punto di vista pratico, non è possibile prevedere al momento che la decisione
comporti vantaggi per i consumatori, poiché é improbabile che milioni di utenti
domestici (gli utenti con partita IVA non hanno alcun interesse) decidano di
imbarcarsi in un’azione legale individuale per ottenere – in caso di
vittoria – il rimborso di cifre relativamente basse. Inoltre, è chiaro che una
sola sentenza, se non seguita da decisioni analoghe di altri giudici, non fa
giurisprudenza.
Va anche
evidenziato che l’attuale ordinamento non consente ai consumatori di ricorrere
alla class-action per la fattispecie in argomento. Il quadro potrà, però,
mutare radicalmente se sarà approvato in via definitiva dal Senato il
testo uscito il 3 giugno scorso dalla Camera dei Deputati, che estende la
possibilità di un'azione di classe dal codice dei consumatori al codice di
procedura civile.
Vedremo
cosa succederà. Intanto, un fatto è certo: la sentenza del Giudice di Pace di
Venezia spinge le associazioni dei consumatori ad affinare le proprie strategie
per rilanciare l'azione volta ad eliminare il calcolo dell’IVA sulle imposte
applicate sulle bollette.