10 aprile 2016

Lo sconto tariffario approda nelle aule giudiziarie

di Prospero Figundio -

La soppressione della riduzione tariffaria sull’energia elettrica agli ex dipendenti e loro superstiti, attuata da Enel dal 1° gennaio 2016, approda nelle aule giudiziarie. Con il deposito dei ricorsi, la vertenza passa all’esame dei Tribunali, cui numerosi interessati hanno deciso di rivolgersi per far valutare la condotta dell’Enel che, stracciando i patti, ha espropriato gli ex dipendenti e i superstiti del loro diritto, senza offrire come contropartita un’adeguata compensazione, in analogia al trattamento riservato ai dipendenti in servizio. Il tutto si è consumato con il consenso delle organizzazioni sindacali dei lavoratori elettrici, le quali hanno sottoscritto uno pseudo accordo con l’Enel, pur consapevoli di non rappresentare in alcun modo gli ex lavoratori in pensione, né tanto meno i loro superstiti, e perciò di non avere titolo a contrattare un diritto individuale appartenente a ciascuno dei soggetti interessati.   
Delle tante cose dette sull’argomento nelle migliaia di post pubblicati sui social network o nelle assemblee convocate dai sindacati dei pensionati, una prevale su tutte le altre: la reazione corale dei pensionati contro un’operazione di pura convenienza economica camuffata da finti scopi sociali, di cui tutti (Enel e organizzazioni sindacali), dal loro punto di vista, rimarcano il risultato e ne traggono beneficio. Tutti, tranne chi ne paga il conto, anche salato: gli ex dipendenti Enel in pensione, persone i cui diritti non meritano alcuna tutela e possono essere tranquillamente cancellati. Questo è il significato pratico dell’accordo sottoscritto dall’Enel e dalle Organizzazioni sindacali il 27 novembre 2015.

I diritti non meritano tutela da parte dell’ANSE, che si limita ad esprimere lo sconcerto e il malcontento dei soci. È del tutto evidente che nel caso specifico prevalga, su ogni altro interesse, solo quello di salvaguardare il sostegno economico dell’Enel, “attesa la natura della nostra Associazione che opera con il patrocinio e i finanziamenti largamente maggioritari dell’Azienda”, come dichiara il Presidente dell’ANSE nella riunione dell’Assemblea nazionale 9-10 dicembre 2015. Una sorta di “do ut des”, di scambio, che non pensiamo esista nelle intenzioni e nell’agire dell’Enel, ma che il Presidente dell’ANSE sembra voglia accreditare con la sua dichiarazione. 

Di tutela dei diritti da parte dei sindacati non è il caso di parlarne. Sono prive di qualsiasi consistenza le motivazioni addotte dai sindacati dei lavoratori elettrici a sostegno del proprio comportamento ed appare penoso e contraddittorio il tentativo dei sindacati dei pensionati confederali porre riparo, in qualche modo, ad una situazione irrimediabile. La posizione altalenante dei sindacati di stare da una parte e dall’altra non è nuova, ma stavolta è intollerabile. Comunque sia, alla fine vien fuori che anche i CAF (Centri di Assistenza Fiscale) di CGIL, CISL, UIL, UGL prenderanno parte all’operazione, perché presteranno l’assistenza necessaria per la firma del verbale in base al quale l’Enel poi corrisponderà - a chi accetta - l’importo lordo una tantum previsto nella tabella allegata all’accordo 27 novembre 2015.
Lo dice espressamente una nuova raccomandata che l’Enel sta inviando in questi giorni a tutti gli ex titolari dello sconto tariffario, con allegato un elenco di CAF dislocati sul territorio cui gli interessati dovrebbero rivolgersi. Peccato che l’elenco dei CAF allegato alla lettera non è sempre quello giusto, visto che in alcuni casi gli interessati sono invitati dall’Enel a rivolgersi a CAF con sede in regione diversa da quella in cui risiedono, distante parecchie centinaia di chilometri. Se non è una questione di rinverdire le conoscenze di geografia dimenticate da qualcuno, come pensiamo,  è certamente segno di scarsa attenzione (o di pressapochismo?) nel trattare la questione.

Nulla dice la lettera dell’Enel in tema di compenso dovuto al CAF per l’assistenza alla firma del verbale. Per questo motivo è legittimo domandare se il compenso sarà a totale carico dell’Enel, oppure anche chi richiede l’assistenza dovrà pagare la propria quota, e in tale eventualità in che misura. Per fugare ogni equivoco e prevenire eventuali intollerabili speculazioni, sarebbe bene comunicarlo agli interessati.