15 settembre 2016

Le purghe atto secondo


di Stefano Di Vincenzo


E la mano dei Probi(viri) ha colpito con fermezza e rigore nel nome della trasparenza, dell’obiettività, della giustizia  e dell’applicazione delle norme statutarie (tanto per dire), non avendo sentito le ragioni che uno studio Legale aveva fatto presente e giuridicamente dimostrato, appellando l’ingiusto provvedimento di espulsione inflitto a due Soci siciliani.
Siamo alle solite, tutto era stato detto e scritto prima ancora di avere inizio. Dopo mesi e mesi di batti e ribatti, finalmente è stato tutto risolto secondo la locuzione latina “pro domo mea” ed è venuta la condanna  definitiva. La mia lealtà ed onestà intellettuale mi impongono di dire, come già in altri casi ho avuto occasione di manifestare apertamente,  che anche su questa condanna ho seri dubbi. Abbiamo due soci ANSE in meno. Ma che cosa sono due Soci che insieme ad altri hanno avuto il coraggio, non la  tracotanza,  di opporsi e di far valere la propria indipendenza, libertà in nome della sovranità del diritto, della dignità personale, della democrazia e delle norme che regolano la vita dei Soci ANSE?  Potrebbe darsi che tutto si sia concluso,  ma chissà se  gli assetti sono ancora  da definire. Il tempo forse ci farà ricredere. C’è un detto che dice…..sino a quando la guerra non è finita nessuno può dichiarare di avere vinto; l’avere perso una battaglia non pregiudica l’esito dell’intera vicenda.  Pensiamoci un po’.

I due Soci si sentono offesi, ma con loro ci sono tantissimi altri Soci che già prima, quale segno premonitore,  hanno espresso loro solidarietà morale e non solo. Ne vedremo delle belle. Tra un mese ci sarà la grande festa per il 25° anniversario della nascita dell’ANSE e ci presenteremo dinanzi all’ENEL con la bella medaglia al petto per aver cacciato due soci che hanno dedicato all’ANSE molte delle loro energie e del loro impegno. È il primo caso che si verifica nella storia di circa 50 anni di vita associativa, totalizzati non solo dall’ANSE, ma anche dall’ANPE e dall’UGLAE che l’hanno preceduta e che insieme l’hanno generata nel 1991.  Forse si poteva risolvere la situazione evitando la soluzione traumatica, ma di uomini benpensanti, capaci di saper gestire con equilibrio situazioni associative difficili, ce ne sono pochi. Personalmente esprimo tutta la mia solidarietà e la mia vicinanza  agli amici interessati coinvolti in questa non piacevole vicenda.  



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