“Incontro tra Enel ed Anse: passato, presente e futuro”. Con questo titolo il Notiziario Anse n. 3/2015 riporta il resoconto dell’incontro tra una Delegazione dell’Enel e i rappresentanti dell’ANSE a livello nazionale e regionale, avvenuto il 26 giugno del 2015. Lo stesso resoconto si premura di far sapere ai lettori che (riportiamo testualmente): “…Enel ed Anse si sono incontrati a Roma allo scopo di attualizzare reciproche conoscenze e rinsaldando i legami: un’Azienda proiettata al futuro che continua a valorizzare il proprio passato e le donne e gli uomini che hanno lavorato nelle Aziende Elettriche private, nell’Ente di Stato e nella nuova S.p.A.”.
Non per dissacrare il testo e il titolo dell’articolo in questione, ma, alla luce di quanto accaduto, sembra di stare su “Scherzi a parte”.
Poche semplici riflessioni. È verosimile che a fine giugno Enel stesse già preparandosi ad attuare la decisione di sopprimere l’agevolazione tariffaria agli ex dipendenti, ma i suoi rappresentanti all’incontro con l’ANSE evitano accuratamente qualsiasi accenno al progetto in cantiere. Di qui la domanda: ma Enel e ANSE non avevano organizzato – riteniamo di comune accordo - l’incontro con lo scopo di attualizzare le reciproche conoscenze? Il misterioso silenzio osservato sull'argomento, nonostante alcune voci di corridoio, si spiega solo con l'intenzione di voler servire a freddo la polpetta avvelenata (in senso metaforico) in corso di preparazione.
In effetti, il 12 ottobre successivo, le voci di corridoio si materializzano con l’arrivo della disdetta dell’Enel, che fa esplodere l’ira e la legittima reazione degli ex dipendenti. Chi non si scompone di fronte alla grave lesione dei diritti (che peraltro mina alla base uno dei principi fondanti dell’ANSE, lo “spirito di appartenenza”) è il Presidente nazionale dell’Associazione, il quale sceglie di non esprimere alcuna posizione – anche cauta – in difesa della quasi totalità degli iscritti che egli rappresenta. Non solo, ma il sagace Presidente, assecondato evidentemente dal Comitato direttivo nazionale, dimentica anche che l’ordinamento dell’Associazione si basa sulla democrazia e omette di investire della questione l’Assemblea nazionale, massimo Organo deliberante dell’Associazione (dopo il Congresso), nonostante la straordinarietà e la delicatezza della situazione. In casi di tale rilevanza, il passaggio è obbligatorio, oltre che opportuno. La valutazione e la gestione collegiale della vicenda non ne avrebbero cambiato l’esito, ma avrebbero avuto, se non altro, effetto sul suo corso, manifestando la vicinanza dell’Associazione agli iscritti e contribuendo probabilmente a svelenire il clima.
In definitiva, quanto accaduto in occasione di questa ed altre vicende di estrema importanza per gli interessi dei soci, mette a nudo un aspetto inconfutabile: la completa rinuncia dell’Associazione ad esercitare il suo ruolo. Lo hanno rilevato pubblicamente, talvolta con durezza, anche diversi soci. Se ne saranno accorti i responsabili?
Nella pagina Documentazione sono pubblicati documenti normativi e riferimenti giurisprudenziali riguardanti la riduzione tariffaria sull'energia elettrica.
Nessun commento:
Posta un commento