Dopo due anni in cui l’inflazione è stata pari a zero,
dal 1° gennaio 2018 le pensioni torneranno a crescere per effetto della
rivalutazione automatica. Tuttavia, l'aumento sarà di pochi spiccioli, perchè il tasso di variazione è stato calcolato in via provvisoria nella
misura dell’1,1%. Lo stabilisce il decreto del Ministero dell’Economia di concerto con il Ministero del Lavoro 20 novembre
2017, pubblicato ieri in Gazzetta Ufficiale.
Gli assegni saranno rivalutati secondo le regole
previste dalla legge n. 147/2013, la cui validità è stata prorogata fino al
2018 con la legge n. 208/2015:
fino a 3 volte il minimo INPS (100% del tasso di
variazione) 1,10%
oltre 3 e fino a 4 volte il minimo INPS (95% del tasso
di variazione) 1,045%
oltre 4 e fino a 5 volte il minimo INPS (75% del tasso
di variazione) 0,825%
oltre 5 e fino a 6 volte il minimo INPS (50% del tasso
di variazione) 0,55%
oltre 6
volte il minimo INPS (45% del tasso di variazione) 0,495%
Ricordiamo che sulle pensioni 2018 sarà effettuato il recupero della
maggiore rivalutazione 2015, tenuto conto che l’indice di rivalutazione provvisorio
dello 0,3%, applicato in detto anno, è stato poi rideterminato in via
definitiva nello 0,2%. Il recupero della differenza, che di norma scatta
nell’anno successivo, è stato differito dal governo al 2018, perché negli anni
successivi (2016 e 2017) l’indice di rivalutazione è risultato pari a zero. Nel
2016 si è provveduto soltanto a riallineare gli assegni al valore rivalutato
con l’indice definitivo dello 0,2%.