29 settembre 2016

Se l'esercizio del diritto di critica comporta l’espulsione dall’ANSE


Chi scrive è stato espulso dall’Associazione, insieme con un altro socio, per recente decisione adottata dal Comitato direttivo nazionale, su proposta della Presidenza nazionale. Secondo quanto è scritto nel provvedimento di espulsione, io e l’altro socio avremmo violato gli obblighi di correttezza e di rispetto nei confronti degli Organi Associativi Nazionali e, più in generale, gli obblighi di trasparenza e probità. La violazione di imprecisate norme statutarie consisterebbe nell’aver tentato di dare legittimazione sostanziale” all’istituto della “sfiducia”.
Che cosa avremmo fatto di tanto grave, dunque, per meritare il provvedimento estremo dell’esclusione dall’Associazione, al termine di un processo sommario? Abbiamo semplicemente e legittimamente esercitato, nella rispettiva qualità di Vice Presidente di Sezione e di membro del Comitato, il sacrosanto diritto di critica sulla gestione dell’attuale Presidente della Sezione Sicilia, in osservanza del principio di democrazia sul quale si fonda l’ordinamento dell’ANSE.  A nulla sono valse la nostre difese, esposte per iscritto prima dell’adozione del provvedimento e poi nell’impugnazione davanti al Collegio dei Probiviri, con l’assistenza di uno Studio Legale. Difese del tutto inutili, perché l’epilogo della vicenda era già segnato e si è puntualmente materializzato con il verdetto del Collegio che ha respinto il nostro ricorso, confermando l’espulsione, nonostante la genericità e l’infondatezza degli addebiti che ci sono stati mossi e i vizi di forma contenuti nel provvedimento, puntualmente dimostrati dal nostro legale. Il provvedimento che l’ANSE ha tentato e tenta di far passare come un atto dovuto, altro non è che una rappresaglia per liberarsi di due soci, che facevano parte della maggioranza del Comitato di Sezione, e sostituirli con i primi due dei non eletti, amici del Presidente di Sezione, per ribaltare a suo favore la maggioranza e potere agire liberamente, mettendo in atto i suoi propositi.

In data 14/10/2014 il neo eletto Presidente Petrucci invia a tutta la Sezione la seguente mail che ha come oggetto "volontariato e solidarietà".
"Carissimi, Vi scrivo da Bologna, in occasione del mio primo incontro nazionale al quale partecipo da Presidente...Lasciate che ognuno sappia che sopporteremo ogni carico, affronteremo ogni difficoltà, aiuteremo ogni amico, ci opporremo a chi ci ostacola, pur di assicurare il successo del ns. impegno. Ci impegniamo a fare molto, e anche di più. Ci impegniamo con la lealtà dei fedeli amici. Uniti, c'è poco che non si possa fare, in un clima di accordo e cooperazione. Non ci aspetteremo sempre che appoggino i nostri punti di vista, ma speriamo di vedere sempre sostenuti i nostri veri valori. Si ricordi che nella società quelli che cercavano il potere cavalcando la tigre, hanno fatto una brutta fine. Tuttavia, poniamoci all'opera. Nelle vostre mani, miei amici, più che nelle mie, sarà posto il successo finale o il fallimento della nostra opera".
Noi soci, nel commentare quanto scritto dal neo Presidente, siamo rimasti sbalorditi. Sembrava un roboante bollettino di guerra, trasmesso da un generale alle sue truppe per incitarle e per ammonirle a comportarsi da soldati. Invece, era semplicemente il proclama di un socio, eletto Presidente della Sezione Sicilia (su consiglio dell'ex Presidente, Pietro Solli, elevatosi a garante delle sue capacità) per guidare persone associate all’ANSE, dedite alla solidarietà e allo sviluppo dell’Associazione, con un laborioso passato lavorativo in un'Azienda elettrica tra le più prestigiose al mondo, l'ENEL. 
Dopo il messaggio, il neo Presidente si mette subito all’opera per attuare i suoi fieri propositi, tentando di mettere al posto di Responsabile del Nucleo di Palermo un suo fedele amico, a scapito di chi legittimamente aveva titolo ad occuparlo. Inoltre, allarga il Comitato di Sezione ad altri suoi amici, chiamandoli “aggiunti”, figure assolutamente non previste dallo Statuto associativo. Per sue decisioni contestate si sono dimessi da cariche direttive, a partire dalla sua elezione, oltre dieci soci; tra questi anche l’ex Presidente Pietro Solli, che si è dimesso dalla carica di membro del Comitato di Sezione, che aveva mantenuto dopo le dimissioni da Presidente. La sua azione tesa a sostituire con soci a lui fedeli i titolari di cariche che non condividono la sua gestione è chiara ed indiscutibile. Come è altrettanto chiara l’acquiescenza della Sede Nazionale, che invece dovrebbe assolvere al suo compito istituzionale di garantire i diritti di tutti i soci. Sembra che il Presidente Nazionale non sia il Presidente di tutti i soci, bensì il Presidente dei Presidenti di Sezione. 

Non aggiungo altro, perché il merito della vicenda va valutato in altra sede. Chiedo ospitalità al blog “Anse fuori dal Coro” soltanto per fare poche considerazioni e porre qualche interrogativo.
Nell’ANSE, democrazia e uguaglianza dei soci sono diventati soltanto due principi scritti nello Statuto, ma nella pratica ignorati sia dai vertici nazionali che dal Presidente della Sezione Sicilia. Nell’ANSE Sicilia, i soci e i loro rappresentanti eletti negli organismi contano poco o nulla. Il loro ruolo è svuotato e ininfluente e se si permettono di muovere critiche alla gestione del Presidente sono sprezzantemente bollati dagli Organi nazionali dell’Associazione come oligarchi autoreferenziali e proposti per l’espulsione, cosa che poi è puntualmente avvenuta senza un approfondimento serio di tutti gli aspetti della vicenda, più che doveroso in casi del genere.
È moralmente, oltre che giuridicamente, lecito espellere dall’Associazione i soci che manifestano nelle forme democratiche il proprio punto di vista o il loro dissenso rispetto alla gestione del Presidente della Sezione in cui sono iscritti? O piuttosto ci troviamo di fronte ad una palese dimostrazione di incapacità dei vertici dell’ANSE si saper garantire la dialettica interna e il libero confronto delle idee? È normale che per difendersi da accuse infondate e infamanti occorre farsi assistere da un avvocato, e non basta appellarsi all’Organo di garanzia statutaria (Collegio dei Probiviri), ma è necessario procedere per via giudiziaria? È normale tutto ciò accada in un’Associazione che si autodefinisce di solidarietà e che dichiara di ispirarsi ai valori e al codice etico dell’Enel, da cui è patrocinata?
Noi riteniamo di no, e come noi lo pensano molti altri soci siciliani e tutti quelli che hanno avuto modo di conoscere la vicenda di cui siamo stati le vittime sacrificali. Mi auguro che i benpensanti vogliano riflettere sulla situazione e vogliano prendere qualche iniziativa affinché l’ANSE non somigli sempre più ad una sorta di un califfato: non lo affermo io, lo dicono i comportamenti cui siamo costretti ad assistere.   
                                                                                
                                                                                      Giuseppe D'Arrigo





24 settembre 2016

Lo sconto tariffario agli ex dipendenti TERNA



Continua a rimanere sospesa la questione della mancata applicazione dello sconto sui consumi di energia elettrica agli ex dipendenti TERNA, in conseguenza della disdetta da parte dell’Enel del contratto di servizio che consentiva l’applicazione dell’agevolazione tariffaria direttamente sulla bolletta. Com’è ormai noto, i pensionati ex TERNA che fruivano dell’agevolazione si sono accorti della sua soppressione, quando recentemente hanno ricevuto dall’Enel l’ultima bolletta periodica a tariffa intera, senza alcun preavviso da parte del loro ex datore di lavoro o del fornitore.
L’incontro del 19 settembre tra le organizzazioni sindacali degli elettrici e la Società TERNA, convocato per trovare una soluzione al problema, ha avuto carattere interlocutorio, poiché l’azienda ha evitato di manifestare le sue intenzioni al riguardo.
La conferma viene dalla lettura del comunicato del 23 settembre 2016, emesso dalle organizzazioni dei lavoratori elettrici. Tuttavia, il comunicato, benché redatto in perfetto sindacalese, sembra voler trasmettere ai pensionati TERNA il seguente messaggio: la soppressione dell’agevolazione non è soltanto un’ipotesi teorica. Gli approfondimenti che Terna sta facendo potrebbero preludere a un allineamento dell’azienda alla decisione già adottata dall’Enel per i suoi ex dipendenti. Inoltre, il fatto stesso che le organizzazioni sindacali abbiano posto (bontà loro) il problema della rappresentanza dei pensionati, costituisce un’implicita conferma dell’ipotesi che i contatti in corso tendano ad indirizzare la trattativa verso una soluzione che non contempli la possibilità di estendere - con le necessarie modifiche di carattere applicativo - ai circa 1.150 pensionati ex dipendenti TERNA la procedura utilizzata per lavoratori in servizio.

Le nostre sono semplicemente delle ipotesi, che scaturiscono dalla lettura del comunicato sindacale. Speriamo che restino tali e che i colleghi di Terna non si trovino, entro poco tempo, nella stessa situazione degli ex dipendenti Enel.


14/10/2016
Purtroppo, la nostra ipotesi che TERNA avrebbe seguito le orme dell'Enel, in tema di agevolazione tariffaria sui consumi di energia elettrica agli ex dipendenti, non era campata in aria.
Infatti, è arrivata puntualmente la disdetta degli accordi in materia da parte dell'azienda, notificata alle organizzazioni sindacali dei lavoratori elettrici FILCTEM/CGIL, FLAEI/CISL e UILTEC/UIL con lettera raccomandata del
 13 ottobre 2016, prot. RUO n. 748 .








19 settembre 2016

Tutte le strade portano a Roma (o quasi)



Per il pernottamento dei responsabili delle sue strutture periferiche invitati alla cerimonia di celebrazione del 25° anniversario dell’Associazione, fissata per il 13 ottobre prossimo a Roma, l’ANSE ha scelto una struttura alberghiera posta all’estrema periferia della città eterna, oltre il Grande Raccordo Anulare, non lontana dalla Riserva naturale di Decima Malafede.
La sistemazione agreste, sicuramente adatta a creare un’atmosfera idilliaca per la circostanza, non facilita gli spostamenti degli ospiti e perciò non è gradita da quelli che, arrivando a Roma il pomeriggio precedente, immaginavano di potersi ritagliare il tempo strettamente necessario per una breve passeggiata romana o per compiere, in occasione del Giubileo della Misericordia, il loro atto di fede visitando una Basilica.  Pazienza se dovranno rinunciarci, vedranno Roma la mattina dopo attraversandola in pullman, come si fa nei pellegrinaggi, quando si recheranno all’Auditorium dell’Enel per assistere alla cerimonia, a testimonianza della loro fedeltà all’ANSE. Comunque sia, la fede ci entra sempre.






16 settembre 2016

Perequazione delle pensioni. Il Tribunale di Genova rimette la questione alla Corte Costituzionale



Un’altra ordinanza di trasmissione degli atti di causa alla Corte Costituzionale sul blocco della perequazione delle pensioni si aggiunge a quelle già emesse da diversi tribunali. Si tratta dell’ordinanza n.1019/2016 del 9 agosto 2016 emessa dal Tribunale di Genova, il quale ha dichiarato non manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale delle norme sul blocco della rivalutazione automatica delle pensioni per gli anni 2012 e 2013, attuato dal Governo Monti con decreto n. 201/2011 (convertito in legge n. 214/2011) e confermato con modifiche dal Governo Renzi con decreto n. 65/2016 (convertito in legge n. 109/2015).
Ricordiamo che sulla stessa materia la stessa Corte Costituzionale si è pronunciata già una prima volta con la nota sentenza n. 70/2015 del 30 aprile 2015.




15 settembre 2016

Le purghe atto secondo


di Stefano Di Vincenzo


E la mano dei Probi(viri) ha colpito con fermezza e rigore nel nome della trasparenza, dell’obiettività, della giustizia  e dell’applicazione delle norme statutarie (tanto per dire), non avendo sentito le ragioni che uno studio Legale aveva fatto presente e giuridicamente dimostrato, appellando l’ingiusto provvedimento di espulsione inflitto a due Soci siciliani.
Siamo alle solite, tutto era stato detto e scritto prima ancora di avere inizio. Dopo mesi e mesi di batti e ribatti, finalmente è stato tutto risolto secondo la locuzione latina “pro domo mea” ed è venuta la condanna  definitiva. La mia lealtà ed onestà intellettuale mi impongono di dire, come già in altri casi ho avuto occasione di manifestare apertamente,  che anche su questa condanna ho seri dubbi. Abbiamo due soci ANSE in meno. Ma che cosa sono due Soci che insieme ad altri hanno avuto il coraggio, non la  tracotanza,  di opporsi e di far valere la propria indipendenza, libertà in nome della sovranità del diritto, della dignità personale, della democrazia e delle norme che regolano la vita dei Soci ANSE?  Potrebbe darsi che tutto si sia concluso,  ma chissà se  gli assetti sono ancora  da definire. Il tempo forse ci farà ricredere. C’è un detto che dice…..sino a quando la guerra non è finita nessuno può dichiarare di avere vinto; l’avere perso una battaglia non pregiudica l’esito dell’intera vicenda.  Pensiamoci un po’.

I due Soci si sentono offesi, ma con loro ci sono tantissimi altri Soci che già prima, quale segno premonitore,  hanno espresso loro solidarietà morale e non solo. Ne vedremo delle belle. Tra un mese ci sarà la grande festa per il 25° anniversario della nascita dell’ANSE e ci presenteremo dinanzi all’ENEL con la bella medaglia al petto per aver cacciato due soci che hanno dedicato all’ANSE molte delle loro energie e del loro impegno. È il primo caso che si verifica nella storia di circa 50 anni di vita associativa, totalizzati non solo dall’ANSE, ma anche dall’ANPE e dall’UGLAE che l’hanno preceduta e che insieme l’hanno generata nel 1991.  Forse si poteva risolvere la situazione evitando la soluzione traumatica, ma di uomini benpensanti, capaci di saper gestire con equilibrio situazioni associative difficili, ce ne sono pochi. Personalmente esprimo tutta la mia solidarietà e la mia vicinanza  agli amici interessati coinvolti in questa non piacevole vicenda.