17 dicembre 2017

I (lu)cani sciolti




Qualcuno, alludendo ai soci che non condividono la ristrutturazione dell’ANSE, li ha definiti cani sciolti (in senso evidentemente dispregiativo), per significare che si tratta di pochi soggetti non in grado di ostacolare la “grande riforma”.
Tra i suddetti cani ci siamo (e ne siamo fieri) anche noi, i (lu)cani, sciolti sì, ma nel vero significato dell’espressione, cioè non legati al guinzaglio, non fermati o trattenuti e liberi da vincoli, schierati a guardia della loro comunità sociale e a presidio del loro territorio per vanificare gli assalti di un branco di lupi che tenta di colonizzarlo.

02 dicembre 2017

Lo scippo della rivalutazione delle pensioni. Il testo della sentenza della Consulta

P. Figundio

E' stata depositata ieri 1° dicembre la sentenza n. 250 del 25/10/2017, con cui la Corte Costituzionale ha respinto le eccezioni di incostituzionalità al D.L. n. 65/2015 (Renzi-Poletti) in materia di perequazione delle pensioni.
Ci siamo già occupati della questione con il post pubblicato su questo sito il 26 ottobre 2017; oggi riportiamo il testo integrale della suddetta sentenza n. 250/2017, che sarà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 6/12/2017.







01 dicembre 2017

Rivalutazione automatica delle pensioni 2018


Dopo due anni in cui l’inflazione è stata pari a zero, dal 1° gennaio 2018 le pensioni torneranno a crescere per effetto della rivalutazione automatica. Tuttavia, l'aumento sarà di pochi spiccioli, perchè il tasso di variazione è stato calcolato in via provvisoria nella misura dell’1,1%. Lo stabilisce il decreto del Ministero dell’Economia di concerto con il Ministero del Lavoro 20 novembre 2017, pubblicato ieri in Gazzetta Ufficiale.
Gli assegni saranno rivalutati secondo le regole previste dalla legge n. 147/2013, la cui validità è stata prorogata fino al 2018 con la legge n. 208/2015:
fino a 3 volte il minimo INPS (100% del tasso di variazione)                   1,10%
oltre 3 e fino a 4 volte il minimo INPS (95% del tasso di variazione)       1,045%
oltre 4 e fino a 5 volte il minimo INPS (75% del tasso di variazione)        0,825%
oltre 5 e fino a 6 volte il minimo INPS (50% del tasso di variazione)        0,55%
oltre 6 volte il minimo INPS (45% del tasso di variazione)                        0,495%


Ricordiamo che sulle pensioni 2018 sarà effettuato il recupero della maggiore rivalutazione 2015, tenuto conto che l’indice di rivalutazione provvisorio dello 0,3%, applicato in detto anno, è stato poi rideterminato in via definitiva nello 0,2%. Il recupero della differenza, che di norma scatta nell’anno successivo, è stato differito dal governo al 2018, perché negli anni successivi (2016 e 2017) l’indice di rivalutazione è risultato pari a zero. Nel 2016 si è provveduto soltanto a riallineare gli assegni al valore rivalutato con l’indice definitivo dello 0,2%.



18 novembre 2017

Pensioni ex fondi speciali, cessa la trattenuta del contributo di solidarietà


Con la pensione del mese di dicembre 2017, di prossimo accredito, cessa la trattenuta del contributo di solidarietà a carico dei pensionati delle gestioni previdenziali confluite nel FPLD (ex fondo elettrici, ex fondo telefonici, ex fondo autoferrotranvieri, fondo volo, ex INPDAI).
Ricordiamo che il contributo di solidarietà fu istituito con decreto legge n. 201/2011, convertito in legge n. 214/2011 (art. 24, comma 21), a carico delle pensioni di importo lordo superiore a 5 volte il trattamento minimo e rapportato ai contributi previdenziali maturati prima del 31 dicembre 1995, come riportato nella tabella che segue. 

ANZIANITÀ CONTRIBUTIVA AL 31/12/1995
ALIQUOTA CONTRIBUTO
da 5 a fino a 15 anni
0,3%
oltre 15 fino a 25 anni
0,6%
Oltre 25 anni
1,0%

Come stabilito dalla legge citata, la sua applicazione, iniziata il 1° gennaio 2012, viene a cessare col 31 dicembre 2017.
Ora dobbiamo sperare solo nella buona sorte, perché c’è sempre in giro qualche solerte e brillante pensatore (si fa per dire) che potrebbe riproporre un prelievo con nome diverso, ma analogo nella sostanza. Almeno nel breve periodo non dovrebbe succedere: siamo alla vigilia delle elezioni e quindi, per il momento, possiamo stare tranquilli.






26 ottobre 2017

Lo scippo della rivalutazione delle pensioni


“La Corte costituzionale ha respinto le censure di incostituzionalità del decreto-legge n. 65 del 2015 in tema di perequazione delle pensioni, che ha inteso “dare attuazione ai principi enunciati nella sentenza della Corte costituzionale n. 70 del 2015”.
La Corte ha ritenuto che – diversamente dalle disposizioni del “Salva Italia” annullate nel 2015 con tale sentenza – la nuova e temporanea disciplina prevista dal decreto-legge n. 65 del 2015 realizzi un bilanciamento non irragionevole tra i diritti dei pensionati e le esigenze della finanza pubblica.”

Da questo scarno comunicato i pensionati hanno appreso che la Consulta ha respinto le censure di incostituzionalità del decreto-legge n. 65/2015, emanato dal governo Renzi a valle della sentenza n. 70/2015, con cui la Corte stessa aveva dichiarato l’incostituzionalità della norma contenuta nella Legge Fornero del 2011 (governo Monti), che disponeva il blocco dell’adeguamento automatico delle pensioni per gli anni 2012 e 2013.
Ricordiamo che la questione di legittimità costituzionale del decreto 65/2015 era stata sollevata da più di una dozzina di tribunali italiani e da una Sezione della Corte dei Conti, ai quali si erano rivolti migliaia di pensionati speranzosi di poter ottenere, in virtù della citata sentenza n. 70/2015, la restituzione della rivalutazione automatica cancellata dalla citata legge Fornero.
La decisione della Corte, disinnescando la “mina” della perequazione, salva dunque il governo e penalizza una massa di pensionati ai quali il decreto 65/2015 ha elargito una piccola mancia o addirittura nulla. Infatti, il decreto ha accordato una restituzione molto parziale della rivalutazione bloccata, concedendo una percentuale di rivalutazione del 40% sulle pensioni superiori a 3-4 volte il minimo mensile lordo INPS, ridotta gradualmente per gli assegni compresi tra 4-5 volte e tra 5-6 volte il minimo INPS; invece gli assegni superiori a 6 volte il minimo sono stati completamente esclusi dalla restituzione.    
Le esigenze di finanza pubblica in pratica sono ritenuti prevalenti sui diritti dei pensionati, cancellati dal governo con la abusata motivazione della mancanza di risorse nei conti dello Stato. Risorse che poi si trovano senza grosse difficoltà quando si tratta di soddisfare istanze di altra natura.
Mentre gli avvocati aspetteranno il deposito della motivazione della sentenza con cui la Corte ha stabilito la costituzionalità del decreto n. 65/2015 (Renzi-Poletti), per valutarla sotto il profilo giuridico, i pensionati hanno già formulato il loro giudizio definitivo: un altro scippo si è consumato ai loro danni.

Vediamo ora come funziona la rivalutazione automatica, alla luce delle norme rimaste in vigore, sempre che non intervengano ulteriori provvedimenti legislativi, allo stato non prevedibili.
Per il quinquennio 2014-2018 vale la disciplina stabilita dal governo Letta con la legge n. 147/2013, che prevede la rivalutazione degli assegni nelle seguenti misure percentuali dell’indice ISTAT:
  •     pensioni di importo mensile lordo fino a 3 volte il minimo INPS                             100%
  •      pensioni di importo mensile lordo oltre 3 e fino a 4 volte il minimo INPS                 95%
  •      pensioni di importo mensile lordo oltre 4 e fino a 5 volte il minimo INPS                 75%
  •      pensioni di importo mensile lordo oltre 5 e fino a 6 volte il minimo INPS                 50%
  •      pensioni di importo mensile lordo oltre 6 volte il minimo INPS                                 45%
A partire dal 1° gennaio 2019 tornerà invece in vigore la perequazione di cui alla legge n. 388/2000 (legge Finanziaria 2001 del governo Amato), che prevede la rivalutazione degli assegni nelle seguenti misure percentuali dell’indice ISTAT:
  •     pensioni di importo mensile lordo fino a 3 volte il minimo INPS                              100%
  •      pensioni di importo mensile lordo oltre 3 e fino a 5 volte il minimo INPS                  90%
  •      pensioni di importo mensile lordo oltre 5 volte il minimo INPS                                  75%


10 settembre 2017

Lo sconto sull’energia elettrica ai lavoratori del Gruppo A2A



Il 7 settembre 2017, presso la sede di Assolombarda, La Società A2A S.p.A., in qualità di Capogruppo e di mandataria delle società del Gruppo, e le Organizzazioni sindacali dei lavoratori elettrici hanno sottoscritto il verbale di accordo in virtù del quale viene assicurata la conservazione del beneficio economico derivante dall’agevolazione tariffaria sull’energia elettrica, già prevista dai Contratti collettivi nazionali del settore elettrico. L’intesa fa seguito alla disdetta da parte della Società del Gruppo Enel SEN (Servizio Elettrico Nazionale) dell’accordo di reciprocità intercorrente tra le suddetta Società e il Gruppo A2A, che consentiva di praticare direttamente in bolletta lo sconto sull’energia elettrica ai rispettivi dipendenti in servizio e in pensione aventi titolo al benefit. 

In base al recente accordo, i dipendenti delle Società del Gruppo A2A, gli ex dipendenti in pensione, i coniugi superstiti e i figli superstiti con invalidità al 100%, nonché i lavoratori del Gruppo stesso assunti ante 1° luglio 1996 con CCNL elettrici interessati da procedure collettive di riduzione di personale, potranno continuare a fruire dell’agevolazione. L’erogazione del benefit presuppone il passaggio contrattuale dall’attuale fornitore di energia elettrica ad A2A Energia, operatore del mercato libero del Gruppo stesso, che predisporrà per i soggetti interessati un'offerta a condizioni economiche equivalenti a quelle praticate prima delle disdetta della regolamentazione dalle agevolazioni tariffarie previste dal CCNL Elettrici. 
L’accordo, che mette in evidenza il comportamento virtuoso delle aziende del Gruppo A2A nei confronti dei lavoratori, suggerisce un solo commento: le relazioni tra impresa e lavoratori improntate a reciproco rispetto e comprensione consentono sempre di trovare soluzioni soddisfacenti e non conflittuali, superando ogni ostacolo, anche di natura giuridica. 
La stessa considerazione non può valere per l'Enel, che ha trattato i suoi ex dipendenti con grande cinismo, in spregio degli accordi collettivi, vanificando in un sol colpo quel particolare ed intenso legame che in circa mezzo secolo ha unito l’Enel e i suoi dipendenti in servizio e in pensione.



02 settembre 2017

Da luglio 2019 cessa il mercato tutelato dell’energia elettrica e del gas

I primi provvedimenti attuativi della legge sulla concorrenza in materia di energia elettrica e gas.



Il 29 agosto 2017 è entrata in vigore la "Legge annuale per il mercato e la concorrenza" (n. 124/2017),  che prevede, tra le altre disposizioni, la cessazione dal 1° luglio 2019 della tutela di prezzo per famiglie e piccole imprese nei settori dell'energia elettrica e del gas (detto anche servizio di maggior tutela). Perciò, a partire dalla suddetta data, esisterà solo il mercato libero dell’energia. 

L’Autorità per l’energia, al fine di conseguire gli obiettivi fissati dalla legge nei tempi indicati, ha avviato, con propria deliberazione n. 610/2017/R/com tre procedimenti per l’attuazione degli interventi previsti al riguardo.

Illustriamo in rapida sintesi il contenuto dei tre procedimenti in gestazione.

Il primo dei tre riguarda la realizzazione da parte dell'Acquirente Unico (gestore del SII - Sistema Informativo Integrato) di un portale web per la raccolta e la pubblicazione delle offerte presenti sul mercato. Ciò consentirà a famiglie e piccole imprese di confrontare e scegliere l'offerta luce o gas più consona alle proprie esigenze. 

Il secondo procedimento dovrà individuare le linee guida per la promozione delle offerte commerciali di energia elettrica e gas a favore dei Gruppi di acquisto e la realizzazione di piattaforme informatiche che facilitino l'aggregazione dei piccoli consumatori. 

Il terzo procedimento, infine, riguarderà la definizione dei criteri, delle modalità e dei requisiti tecnici, finanziari e di onorabilità per l'iscrizione all'Elenco dei venditori di energia elettrica, che sarà oggetto di un decreto del Ministro dello Sviluppo economico e costituirà condizione necessaria per lo svolgimento dell'attività di vendita ai clienti.
Inoltre, l’Autorità, nell’ambito delle misure volte a migliorare la capacità dei piccoli consumatori di esercitare il diritto di scelta del proprio fornitore di luce o gas, metterà a disposizione l'offerta standard denominata PLACET (Prezzo Libero A Condizioni Equiparate di Tutela). Si tratterà di un'offerta rivolta a famiglie e piccole imprese, che, come viene annunciato, dovrà essere chiara e comprensibile, a prezzi liberi e condizioni contrattuali definite dall'Autorità. Tale offerta, inclusa tra le previsioni della legge, avrà come obiettivo l'individuazione delle condizioni minime contrattuali e dei requisiti che gli operatori del mercato libero devono rispettare per garantire confrontabilità ed omogeneità tra offerte.

Dal canto nostro, continueremo ad informare i nostri lettori sugli sviluppi della situazione per contribuire a metterli in condizione di scegliere in piena consapevolezza. Intanto, ci sentiamo di consigliare calma e prudenza nel valutare eventuali proposte di operatori del mercato libero, senza cedere a lusinghe. Tanto, fino al 1° luglio 2019 c'é ancora tempo.





18 luglio 2017

Personale di A2A Energia, sconto sull’energia elettrica


A seguito della disdetta da parte dell’Enel dell’accordo di reciprocità con A2A Energia, che permetteva l’erogazione della riduzione tariffaria sull’energia elettrica a dipendenti, pensionati e superstiti di questa azienda,  si prospetta una possibile soluzione alternativa per il mantenimento dell’agevolazione a tutti i soggetti interessati.   

A2A Energia ha illustrato verbalmente una proposta al riguardo alle Organizzazioni sindacali dei lavoratori elettrici Filctem-Cgil Flaei-Cisl Uiltec-Uil Filctem/CGIL, che ne hanno dato notizia con il comunicato del 17 luglio 2017.




22 giugno 2017

Se il parere negativo dei soci diventa “moderatamente positivo”


La questione della ristrutturazione della rete territoriale ANSE, al centro dell’attenzione della comunità associativa negli ultimi mesi, ha avuto il suo epilogo nelle assemblee dei soci, convocate allo scopo presso i Nuclei territoriali, che si sono espresse a favore o contro gli accorpamenti ipotizzati nel progetto nazionale. Poiché il quesito proposto ai soci era secco, logica vuole che i risultati delle votazioni svoltesi nelle assemblee non possano prestarsi ad equivoci o essere strumentalizzati. E invece nell’ANSE, più della logica dei numeri, vale la parola del Presidente nazionale, il quale, nel comunicare tali risultati alle strutture organizzative dell’Associazione, con sua lettera del 1° giugno scorso, ha scritto testualmente, riferendo dei risultati delle assemblee svoltesi in Puglia e Basilicata: “[…] Sezioni Puglia - Basilicata: parere negativo espresso dalla Sezione Basilicata e moderatamente positivo espresso dalla Sezione Puglia.” Particolarmente incuriositi dall’espressione “moderatamente positivo” utilizzata per definire il risultato espresso dalle assemblee della Puglia, ci siamo chiesti cosa volesse dire esattamente il Presidente nazionale, sopratutto perché le notizie in nostro possesso erano del tutto diverse.
Per questo motivo, abbiamo voluto approfondire i fatti attraverso una scrupolosa verifica, pervenendo alla puntuale conferma di ciò che già sapevamo: la citata espressione è stata utilizzata dal Presidente per nascondere il vero risultato delle assemblee dei soci svoltesi nella Sezione Puglia, che è stato negativo, contrariamente alla definizione edulcorata contenuta nella missiva presidenziale. Per essere chiari, tutti i Nuclei della Puglia hanno espresso parere contrario riguardo all’accorpamento della loro Sezione con la Sezione Basilicata; inoltre hanno espresso sempre parere contrario all’accorpamento di alcuni Nuclei della stessa Sezione, con la sola eccezione del Nucleo di Monopoli che ha detto no all’accorpamento delle due Sezioni e si è espresso positivamente sulla sua confluenza nel Nucleo di Bari.
Il Presidente nazionale, dunque, ha mentito spudoratamente sui risultati della Puglia, con l’intento di mistificare i fatti, che invece andrebbero affrontati con coraggio e senso della realtà. Un Presidente avveduto non ricorre a sotterfugi meschini per sostenere i suoi disegni, perché, come accade nel poker, qualcuno "va a vedere" le carte e scopre il bluff. Ai soci non si possono raccontare mezze verità o addirittura bugie, considerandoli dei cretini disposti ad accettare tutto standosene zitti, perché, in ogni caso, la verità non tarda a farsi strada, anche in un ambiente irto di ostacoli. L’accaduto né è la prova evidente.
Il rispetto verso gli altri presuppone sempre un comportamento e un contegno adeguati, tanto più se si rappresenta una comunità di persone. Non si può dire che il comportamento e il contegno, siano stati all’altezza della situazione, mentre è emersa l’arroganza di chi vuole imporre ad ogni costo la sua volontà.
La gravità dell’accaduto dovrebbe suggerire al Presidente e all’intero Comitato Direttivo nazionale, che con lui condivide il governo dell’Associazione, un dignitoso gesto riparatore, come le dimissioni immediate, assumendosi fino in fondo la responsabilità di non aver detto ai soci tutta la verità. Tuttavia, non accadrà nulla, non abbiamo dubbi, perché il coraggio di farsi carico delle proprie azioni, ammettendo gli errori comunque commessi, è una virtù molto rara nell’ANSE.






17 maggio 2017

La verità ignorata

Lettera aperta al Presidente nazionale dell'ANSE



Signor Presidente,
come da lei espressamente richiesto, l’amico Luigi Punzi, Presidente della Sezione ANSE della Basilicata, ha portato a conoscenza dei soci il contenuto della sua lettera del 9 maggio 2017, inviatagli per puntualizzare alcuni rilievi formulati dai soci sull’ipotesi di ristrutturazione della rete territoriale associativa, nel corso dalle assemblee dei Nuclei di Potenza e di Matera. Per questo motivo, come iscritto al Nucleo di Matera della Sezione Basilicata e destinatario indiretto della citata missiva, ho pieno titolo a darle la mia risposta.

Le sue puntualizzazioni non scalfiscono assolutamente i rilievi formulati, frutto del partecipato dibattito svoltosi nelle Assemblee suddette, che motivano l’unanime voto contrario all’ipotesi di ristrutturazione. Anzi, il tono assertivo della sua lettera dimostra che la volontà dei soci chiamati a esprimersi non ha, per lei, alcun valore e che nessuna ragione potrà ostacolare la realizzazione dell’ipotizzata ristrutturazione territoriale dell’Anse che le sta a cuore.
Non mi soffermerò, quindi, sui rilievi; tanto sono riportati nei verbali delle Assemblee e nella petizione indirizzata, tra gli altri, anche a lei da 228 soci iscritti alla Sezione. Mi preme soltanto farle pubblicamente qualche osservazione.

La prima riguarda l’asserita regolarità della convocazione dell’Assemblea nazionale, in merito alla quale lei afferma:
“L’Assemblea nazionale del 13/14 dicembre 2016 è stata regolarmente convocata ed ha approfonditamente discusso il progetto di ristrutturazione tempestivamente messo all’ordine del giorno, […].”
Tale affermazione non corrisponde alla realtà dei fatti, perché l’ordine del giorno originario della convocazione, datata 8 novembre 2016, non prevedeva l’approvazione dell’ipotesi di ristrutturazione. Al contrario di quanto sostiene, Lei ha integrato l’ordine del giorno della riunione all’ultimo momento - e non tempestivamente - con lettera n. 225 del 6 dicembre 2016, aggiungendo il seguente punto:
“2 bis) Esame e approvazione del Documento “Ipotesi di ristrutturazione dell’Anse” (già trasmesso ai Membri del Comitato direttivo nazionale con prot. n. 214 del 28/11/2016 ed ai Presidenti di Sezione con comunicazione n. 223, del 1° dicembre u.s.).”.
Come ben sa, lo Statuto prescrive che la convocazione, e di conseguenza l’ordine del giorno, siano trasmessi ai membri dell’Assemblea con il preavviso di almeno un mese. Pertanto, nel caso in esame, il potere di integrare eventualmente l’ordine del giorno, inserendo il nuovo argomento, spettava solo all’Assemblea nazionale, alla cui approvazione lei avrebbe dovuto sottoporre la proposta. Dal verbale di riunione non risulta che l’Assemblea abbia formalmente deliberato in tal senso.

L’altra osservazione si riferisce all’affermazione contenuta nella sua lettera, secondo cui (riporto testualmente):
“Il Progetto di ristrutturazione - e questo è un aspetto che intendo sottolineare con decisione - è stato definito a conclusione di una serie di incontri tra il Comitato direttivo nazionale ed i Presidenti ed i Responsabili di Nucleo della quasi totalità delle Sezioni (in proposito ti ricordo l’incontro di Salerno del dicembre 2015 con le Sezioni Basilicata, Puglia e Calabria).
Nel corso di tali incontri sono stati approfonditamente esaminati il funzionamento e le prospettive dell’Associazione nei singoli ambiti territoriali, a conferma dell’attenzione posta dagli Organi nazionali a preservare il radicamento territoriale dell’Associazione, pur in un contesto di adeguamento della rete associativa alle modifiche organizzative nel frattempo introdotte in Azienda.”.

La verità è totalmente diversa, perché, non risulta da alcun documento che negli incontri richiamati nella sua lettera si sia parlato di adeguamento della rete associativa territoriale dell’ANSE. Lei stesso, infatti, nel riferire dell’esito di tali incontri all’Assemblea nazionale, riunita il 9 e 10 dicembre 2015, si esprime in termini del tutto opposti a quello che scrive oggi. Lo testimoniano gli atti ufficiali, che sono costretto a citare di nuovo per evitare qualsiasi dubbio o fraintendimento. Riporto quanto è scritto nel verbale di riunione:
“Pardini, interviene per evidenziare che già in passato sono state attivate (CDN e Presidenza) iniziative per organizzare sul territorio incontri tra Sezioni contigue per realizzare una sorta di solidarietà orizzontale […].
La finalità di questi incontri è al tempo stesso operativa e formativa nonché quella di far conoscere i Responsabili territoriali e di sviluppare un comune sentire finalizzato a fare in modo che si possano generare delle ricadute positive nei confronti di soci, ferma restante l'attuale organizzazione territoriale. La capillarità della nostra organizzazione viene riconosciuta quale elemento fondamentale per l'interazione ed interlocuzione con i soci che devono percepire l'Anse come una struttura il più possibile vicina alle loro esigenze.".

Dichiarazione inequivocabile e rassicurante la sua, resa nella più alta (dopo il Congresso) sede istituzionale dell’Associazione, che conferma la validità dell’attuale organizzazione territoriale, considerandola elemento fondamentale per l’interazione e l’interlocuzione con i soci.
Se le parole hanno un significato, che in questo caso - scusi la ripetizione - è inequivocabile, lei non può oggi tentare di far passare il concetto che il progetto di ristrutturazione di cui si discute sia, in qualche modo, il risultato della partecipazione corale dei rappresentanti delle strutture periferiche intervenuti ai citati incontri, e che gli stessi partecipanti siano stati informati dai rappresentanti nazionali della loro intenzione di procedere a un drastico ridimensionamento della rete territoriale dell’Associazione.
La coerenza, evidentemente, non rientra tra le sue virtù e potrebbe essere affar suo, se attinente a una vicenda privata. Nel caso specifico, invece, riguarda l’Associazione e i suoi iscritti, molti dei quali (me compreso) non possono accettare di essere trattati dal Presidente nazionale alla stregua di bravi e docili “dopolavoristi”, disposti ad accettare acriticamente i mutamenti del suo pensiero e le correlate acrobazie dialettiche.

                                                                                       Prospero Figundio








15 aprile 2017

L'editto di Roma

La contestata ristrutturazione della rete territoriale dell’ANSE, predisposta dagli organi centrali, ha stimolato, oltre agli addetti ai lavori, anche molti soci, che si sono sforzati di comprendere i veri motivi che sono alla base del progetto. Sull’argomento, il socio Antonio Rita, iscritto alla Sezione Basilicata, ha indirizzato al Presidente nazionale dell’Associazione la lettera aperta che pubblichiamo insieme alla risposta di quest’ultimo.
Lasciamo ai lettori il compito di valutare tutti gli aspetti della questione e trarre le loro conclusioni. Qui ci limitiamo a poche semplici considerazioni, suggeriteci dalla lettura della risposta del Presidente nazionale.
L’ipotesi di ristrutturazione, definita eufemisticamente “progetto”, è nella sostanza un vero e proprio ordine esecutivo senza spazi di interpretazione; è un’imposizione unilaterale di volontà che esclude ogni possibilità di interloquire. La conferma viene anche dalla perentoria frase finale della risposta presidenziale, che fuga eventuali dubbi residui: “Osservo poi, conclusivamente, che il progetto di ristrutturazione è stato approfonditamente discusso dai massimi Organi associativi che - me lo consenta - credo dispongano della giusta prospettiva per adottare le decisioni del caso.” Detto in termini meno aulici, liquida il socio, che ha avuto l’ardire di motivare il perché oltre 500 soci della Sezione Basilicata sono demoralizzati e delusi e chiedere al Presidente una mediazione e una fase di riflessione per comporre le lacerazioni emerse, con un messaggio sottinteso: non hai le basi e la competenza per fare osservazioni di questa natura. 

Quanto alle finalità dichiarate della ristrutturazione, in virtù della quale “la reintroduzione della specularità della “rete” associativa all’attuale organizzazione dell’Azienda (in primis di E - Distribuzione) combinata ad una fase successiva tesa a favorire un rinnovamento culturale dei quadri direttivi”, rileviamo prima di tutto che la definizione di “quadri direttivi”, tanto cara al Signor Presidente, è adatta a contesti aziendali e non a un'associazione. La terminologia assume un rilievo importante in questo caso, perché evidenzia un modo di considerare i titolari di cariche associative a dir poco singolare. Non si tratta, infatti, di quadri direttivi, bensì di rappresentanti dei soci, cioè di soci scelti dalla comunità associativa a rappresentarla attraverso libere elezioni. Piaccia o no al Signor Presidente - non ci troviamo di fronte a funzionari o comunque a subordinati, selezionati in base a criteri stabiliti unilateralmente dall’imprenditore, ma di persone che accedono alle cariche sociali per mandato elettivo conferito dai soci, i quali ne conoscono e ne valutano la probità, l’esperienza, le capacità e anche il bagaglio culturale. La differenza è sostanziale.
Per tornare al rinnovamento culturale dei rappresentanti dei soci, è chiaro a tutti che si tratta di un’asserzione priva di significato, non essendoci alcun nesso con la ristrutturazione della rete territoriale della dell’Associazione. Notiamo soltanto che gli attuali degni e stimati rappresentanti dei soci, sarebbero - secondo il presidenziale pensiero - praticamente poco idonei a svolgere il loro ruolo, non possedendo la necessaria capacità di aggiornarsi culturalmente. Gli interessati possono essere più che soddisfatti di tanta considerazione! 
Ai soci ANSE della Sezione Basilicata resta invece l’obbligo di chiedersi come mantenere gli impegni più importanti che la Sezione aveva in programma per i prossimi anni. E sapranno trovare la soluzione, ne siamo certi.


La lettera di Antonio Rita

                                      
                                                        Al Sig. Presidente Nazionale dell’ANSE

Sig. Presidente,
sono un iscritto  della Sezione ANSE Basilicata e Le scrivo  queste poche righe per manifestare  un profondo convincimento di contrarietà, condiviso non solo da tutti i soci della Basilicata ma anche da molti di altre Sezioni, alla proposta di  “accorpare” le Sezioni delle Regioni più piccole a quelle più grandi.
L’Associazione che Lei presiede è percepita dai soci come una “Istituzione” importante non solo perché tiene vivo nel tempo il senso di appartenenza alla “grande famiglia ENEL” che ha svolto, e continuerà a farlo, un ruolo decisivo nello sviluppo della nostra nazione, ma anche perché le singole Sezioni regionali ANSE hanno esperienze e competenze tali per “trattare” tematiche specifiche del territorio di appartenenza.
La “modernizzazione” di un’istituzione non può avvenire con un atto di “imperio”, ma viene preceduta sempre da una fase “costituente” dove i singoli sono protagonisti del nuovo progetto proprio per scongiurare imposizioni dall’alto. Quando questa via non è interamente percorsa, significa che si sta preparando la “morte” della stessa istituzione.
Nelle Regioni più piccole e, quindi, anche in Basilicata, il “Suo Progetto” è inteso da molti non solo come un “ridimensionamento del ruolo” ma come un esplicito invito a “scomparire per non arrecare disturbo”. A noi Lucani, cittadini di periferia, la storia ha insegnato che l’iter dei “forti” segue una sua standardizzazione: prima porta all’isolamento, segue la marginalizzazione e, infine, ha come ultima meta l’annullamento.  
Il nostro “no” unanime non La vuole irritare ma solo far riflettere se è il caso di privarci di uno strumento importante ( la nostra Sezione), del Suo personale contributo e di quello di tutta l’ANSE proprio nel momento in cui molti soci stanno maturando idee su come  e con quali progetti partecipare a “Matera 2019” e  con quali proposte tentare di  incidere sulla pianificazione energetica della Regione d’Italia (Basilicata), più ricca di petrolio ma molto povera, degradata e senza prospettive per il futuro.  
Tuttavia, se Lei è convinto  che, in pratica, nulla cambierà a livello di autonomia decisionale nonostante il declassamento della Sezione a Nucleo, dobbiamo prendere atto che si vuole attuare un ampio progetto geopolitico in cui le periferie non devono “avere parola”. Non possiamo rinunciare alla nostra Sezione ANSE proprio perché  si è intrapresa la via peggiore per noi Lucani cioè quella che “isola, emargina, annulla”. La saluto con rispetto.
Potenza, 10/04/2016
                                                                Antonio Rita - socio della Sezione ANSE Basilicata


...e la risposta del Presidente nazionale 















19 marzo 2017

La tassazione del compenso in natura, secondo Enel e INPS

Per Enel e INPS i pensionati avrebbero fruito della riduzione tariffaria sull'energia elettrica anche nel 2016








In questi giorni, numerosi ex dipendenti Enel in pensione apprendono dalla Certificazione Unica 2017, rilasciata dall’INPS, di aver percepito nel 2016 un compenso in natura, riferito evidentemente al controvalore della riduzione tariffaria sull’energia comunicato all’INPS dall’Enel, soggetto erogante. Ovviamente, l’Ente previdenziale ha assoggettato a tassazione tale controvalore (se d’importo superiore a € 258,23), calcolando il conguaglio IRPEF per l’anno d’imposta 2016, trattenuto poi sulla rata della pensione di marzo 2017.
È superfluo dire che ciò suscita legittime perplessità, non avendo gli interessati fruito nel 2016 di alcun compenso in natura, dal momento che la riduzione tariffaria in questione è stata cancellata per iniziativa dell’Enel e si è estinta il 31 dicembre 2015. Quindi, il dato riportato nella Certificazione Unica 2017 non corrisponde alla realtà.
Qualcuno obietterà che potrebbe trattarsi del controvalore residuo, riferito all’ultima bolletta a tariffa ridotta emessa a gennaio 2016, per il consumo di energia elettrica effettuato fino al 31 dicembre 2015 non fatturato con le bollette precedenti, ma i conti non tornano ugualmente, perché l’importo indicato dall’INPS come compenso in natura dovrebbe in tal caso corrispondere a quello dello sconto dichiarato dall’Enel sulla bolletta di chiusura 2015. Purtroppo, in diversi casi non è così, perché sulla Certificazione Unica è riportato un importo maggiore.
Le leggi fiscali in materia sono chiare e dovrebbero essere osservate da tutti i soggetti, Enel e INPS compresi. Tanto per cominciare, l’art. 23 comma 3 del D.P.R. n. 600 del 1973, stabilisce che i sostituti d’imposta devono effettuare le operazioni di conguaglio il 28 febbraio dell’anno successivo al periodo d’imposta, prendendo in considerazione tutti i compensi di lavoro dipendente o assimilati erogati nell’anno di riferimento. Sono compresi, ai sensi dell’art. 51 del T.U.I.R. (Testo Unico delle Imposte sui Redditi), i compensi di competenza dell’anno appena concluso, se erogati entro il 12 gennaio del nuovo anno, in base al cosiddetto principio di cassa allargato. Pertanto, i compensi che non rientrano temporalmente nei parametri suddetti sono considerati redditi arretrati e quindi devono essere assoggettati a tassazione separata.
Nel caso in esame non sussiste alcun ogni dubbio che il controvalore della riduzione tariffaria sui consumi dell’anno 2015, non incluso dall’INPS nel conguaglio fiscale sulle pensioni erogate dell’anno d’imposta 2015, effettuato entro il 28 febbraio 2016, debba essere considerato compenso arretrato e come tale assoggettato al regime di tassazione separata, come per legge.
Legge probabilmente non rispettata, stando ai fatti; non sappiamo se dall’INPS o dall’Enel, oppure da entrambi.
Urge una risposta da parte dei soggetti direttamente coinvolti (Enel e INPS), ma anche dall’Agenzia delle Entrate, affinché non siano sempre i contribuenti a pagare. Contribuenti pensionati, che nel frattempo si sono attivati o si stanno attivando per vederci chiaro, affinché, come sovente accade, la vicenda non finisca nel nulla, nel senso che “Chi ha avuto, ha avuto, ha avuto, chi ha dato, ha dato, ha dato, scurdàmmoce 'o ppassato, ……………”.



Riporto il commento postato del collega Roberto Botta, che scrive:


Caro Prospero, Cari colleghi tutti, non appena ho visto la trattenuta sia sulla pensione di marzo sia sul CUD 2017, ho cercato di capire cosa era successo in pratica.
E ora, cerco di spiegarvi l'arcano mistero, anticipandovi, però, che questa volta l'Enel ha fatto i calcoli giusti del controvalore 2016, ha trasmesso detto valore all'Inps e quest'ultimo lo ha inserito nella voce "AH - Valori delle erogazioni liberali in natura e dei compensi in natura comunque erogati"... determinando, ahinoi, la giusta tassazione, come negli anni precedenti.
Il controvalore riportato nel CUD 2017 è pari alle seguenti voci:
Sconto riportato nell'ultima bolletta del 2015 + Sconti (riportati nei "dettagli" della prima bolletta del 2016) sia per la "Quota Energia (Energia+Dispacciamento+Componente di Perequazione)" sia per la "Quota energia" (Quota Variabile), entrambe relative all'ultimo periodo del 2015).
Riporto, per completezza di informazione, i valori riportati sulle mie bollette (ultima 2015 e prima 2016):
1) Sconto riportato nell'ultima bolletta del 2015 = 325,83 euro;
2) Energia+Dispacciamento+Componente di Perequazione (riportati in bolletta 2016, ma relativi al 2015)= 10,10 euro
3) Quota Variabile (riportata in bolletta 2016, ma relativa al 2015) = 22,01 euro.
Pertanto, il totale del controvalore, rilevato controllando le mie bollette, è pari a 357,94 euro.
Il totale del controvalore, riportato nel CUD 2017, è pari a 359,70 euro.
Certo, c'è una differenza di 1,76 euro NON RILEVABILI IN ALTRE VOCI, ma può darsi che trattasi di tasse, accise, ecc... come valori "nascosti", valori a cui non sono potuto risalire, ma, con molta onestà... posso affermare che ci siamo coi calcoli, anche se con una leggerissima differenza a mio sfavore.
Pertanto, non mi sembra il caso di allertare l'Enel, l'Inps, l'Agenzia delle Entrate con inutili domande, ricorsi, telefonate, ecc, perchè... questa volta... purtroppo... hanno ragione loro!!..
Saluti a tutti.

                                                                      Roberto Botta



.......e la mia risposta



Caro Roberto, mi dispiace contraddirti, ma non hanno ragione. La questione da me sollevata è di natura fiscale e riguarda la tassazione del controvalore della riduzione tariffaria applicata su fatture emesse dall'Enel nell'ultimo periodo del 2015. Poiché si tratta dell'erogazione in natura riferita senza ombra di dubbio all'anno d'imposta 2015, non può essere inclusa tra i redditi del 2016, ma - secondo la legge - è considerata reddito arretrato soggetto a tassazione separata. 
Del resto, anche la ricostruzione del conteggio che ti riguarda conferma che la legge fiscale non è stata rispettata; infatti lo sconto di € 325,83 riferito nell'ultima bolletta del 2015 è stato tassato come reddito 2016, pur trattandosi di un reddito arretrato, di competenza dell'anno d'imposta precedente, da assoggettare a tassazione separata. 
Il mancato rispetto della legge si traduce concretamente in una maggior prelievo d'imposta sul reddito del pensionato contribuente, con evidente danno per l'interessato. 
La chiamata in causa dell'Agenzia delle Entrate, oltre che degli attori principali della vicenda (Enel e INPS), perciò non è fatta a caso. Poi, se le legittime proteste di chi è stato danneggiato saranno inutili e rimarranno senza esito, non mi meraviglierò, perché in Italia, come spesso accade, la legge del più forte prevale sulla legge scritta.
Un saluto a te e tutti i colleghi.

                                                             Prospero Figundio


segue nei commenti

16 febbraio 2017

Ricordo di Paolo Castellani, padre fondatore dell'ANSE


La scomparsa dell’Avvocato Paolo Castellani suscita grande tristezza in tutti quelli che lo hanno conosciuto e apprezzato, sia nella veste di alto dirigente dell’Enel e sia come dirigente nazionale dell’ANSE, di cui fu uno dei padri fondatori e grande animatore.  
Anch’io ho avuto il privilegio di conoscerlo tanti anni or sono e poi di godere della sua amicizia e dei suoi consigli; perciò l’emozione non mi rende facile il compito di scrivere queste modeste righe per ricordare la sua nobile figura e la sua profonda umanità.
La sua grande saggezza, frutto delle sue alte capacità intellettuali e del suo valore professionale, ne caratterizzavano la sua personalità e la sua autorevolezza. L’Avvocato Castellani, come usavamo chiamarlo, è stato per l’ANSE sempre un punto di riferimento importantissimo, anche quando ha scelto di rinunciare a ricoprire cariche sociali a causa del progredire dell’età, preferendo continuare la sua militanza come semplice e fedele iscritto e interessandosi sempre alle vicende dell’Associazione. 
Rendo omaggio al caro amico e, unendomi nella preghiera, esprimo, anche a nome di tanti soci ANSE, il cordoglio alla famiglia, e in particolar modo alla figlia Chiara, medico missionario, splendido esempio di solidarietà umana e di dedizione al prossimo.
                                                                                           
                                                                                           Prospero Figundio






07 febbraio 2017

La dichiarazione dei redditi 2017

Prime informazioni su Certificazione Unica e Dichiarazione 2017 precompilata

a cura di Stefano Di Vincenzo

Consegna del modello CU2017 (ex CUD)
La Certificazione Unica, cioè il modello CU 2017, dovrà essere consegnata dal sostituto d’imposta a lavoratori e pensionati entro il 31 marzo 2017 (nel 2016 il termine era fissato al 28 febbraio) o entro 12 giorni dalla richiesta del dipendente in caso di cessazione del rapporto di lavoro. La certificazione contiene i dati dei redditi corrisposti, delle ritenute effettuate e versate e - se ricorrono le condizioni - i dati previdenziali riferiti all’anno 2016.
Il modello CU2017 sarà inviato o messo a disposizione in formato elettronico. L’interessato avrà sempre facoltà di richiederlo in formato cartaceo.

Modelli 730/2017 e REDDITI 2017Persone fisiche (ex Unico) precompilati
I modelli 730/2017 e Redditi 2017PF precompilati saranno a disposizione dei contribuenti muniti di credenziali di accesso (PIN) sul sito internet dell’Agenzia delle Entrate o sull’apposita sezione del sito internet INPS dal 15 aprile 2017.
Dal successivo 2 maggio sarà possibile accettare senza modifiche o modificare la dichiarazione dei redditi e trasmetterla direttamente all’Agenzia delle Entrate.
I contribuenti potranno, in alternativa, rivolgersi a un CAF (Centro di Assistenza fiscale) per presentare la dichiarazione.

Novità
Rispetto al 2016, con la dichiarazione dei redditi precompilata 2017 arrivano alcuni cambiamenti. I modelli 730 e RedditiPF 2017 (ex UnicoPF) precompilati, infatti, contengono, oltre alle spese mediche e farmaceutiche, i dati riguardanti le spese per farmaci da banco e a quelle per assistenza specifica (ad esempio le prestazioni fornite da ottici, fisioterapisti e parafarmacie). Ovviamente, contengono anche i dati già noti al fisco rivenienti dalla dichiarazione dell’anno precedente, quali, ad esempio, i redditi immobiliari e le eventuali detrazioni in corso per ristrutturazioni edilizie.
Il termine ultimo per la trasmissione per via telematica della dichiarazione precompilata - con o senza modifiche - è stato posticipato dal 7 al 
23 luglio 2017; poiché il 23 luglio cade di domenica, il termine effettivo slitta al 24 luglio 2017. È bene rimarcare che tale termine vale soltanto per i contribuenti che si avvalgono del 730 precompilato e presentano la dichiarazione dei redditi in modo autonomo e per via telematica. 
Per tutti quelli, invece, che presentano la dichiarazione dei redditi in modo cartaceo, oppure tramite CAF o professionisti abilitati, la scadenza per la presentazione resta fissata al 7 luglio 2017. Caf e professionisti abilitati potranno avvalersi della scadenza del 24 luglio anche per i 730 tradizionali solo a condizione che abbiano già trasmesso al fisco l’80% dei modelli entro la scadenza del 7 luglio 2017.








01 febbraio 2017

ANSE, chi l’ha vista?


Non volevamo crederci, ma il documento che ci è stato mostrato parla chiaro: l’ANSE non ha la sua sede legale in Viale Regina Margherita n. 125 del comune di Roma. L’Ufficiale Giudiziario addetto all’Ufficio Unico presso la Corte di Appello di Roma, recatosi all’indirizzo suddetto per consegnare un atto destinato all’ANSE, ha infatti certificato, nella “Relazione di notificazione” del 16/12/2016, l’impossibilità di eseguire la notifica “poiché, da informazioni assunte sul posto, il predetto risulta non avere la sede presso Enel S.p.A. come mi dichiara il Sig.[….] imp.to Enel.”  
All’incredulità iniziale è subentrato lo sconcerto, perché è noto a tutti che la sede legale dell’ANSE è da oltre dieci anni all’indirizzo sopra indicato, nel palazzo dell’Enel, nel quale, peraltro, è ospitata la Sezione ANSE del Lazio. La riportano tutti i documenti ufficiali dell’Associazione ed è piuttosto singolare che gli addetti ai servizi dell’Enel non sappiano nulla.  
In ogni caso, non ci interessa indagare sui motivi che hanno indotto l’impiegato dell’Enel a dichiarare quanto riportato dall’Ufficiale Giudiziario. Pensiamo che si sia trattato di un errore, anche perché siamo certi che l’Associazione, di cui facciamo parte, non ricorre a metodi conosciuti dai furbi e dal malaffare per non farsi trovare. Tuttavia, non possiamo sottovalutare la gravità dell’episodio, inammissibile in un’Associazione di dimensione nazionale. Il fatto che l’ANSE risulti “irreperibile” presso la sua sede legale fa emergere seri dubbi sul funzionamento dell’organizzazione associativa e chiama in causa gli amministratori - in primis il Presidente - che ne sono responsabili. Una seria analisi della situazione associativa, di cui quanto accaduto rappresenta solo un episodio, dovrebbe indurli, al di là delle loro certezze, a valutare con onestà intellettuale il proprio operato e i risultati ottenuti, traendone le relative conseguenze.  




14 gennaio 2017

La giravolta


Tra i numerosi commentatori della sentenza n. 2953/2016, emessa dal Tribunale di Milano in materia di soppressione della riduzione tariffaria agli ex dipendenti Enel, non manca la FLAEI che, nel divulgare il documento, coglie l’occasione per esprimersi con malcelata soddisfazione in favore della decisione assunta da detto Tribunale.
Si accoda, a ruota, l’ANSE, la quale, senza sforzarsi, non trova di meglio che riprodurre integralmente sul suo Foglio Informativo n. 1/2017 la sintesi riportata in testa alla circolare FLAEI. Evidentemente pensare costa fatica!
Quanto alla FLAEI, che oggi sposa in pieno i motivi della citata sentenza, osserviamo sommessamente che qualche anno fa era di tutt’altra opinione. Infatti, nella circolare n. 31 del 14/2/2014, la citata Organizzazione e il Sindacato Pensionati CISL scrivevano congiuntamente, a commento della sentenza della Corte di Cassazione n. 24533 del 30 ottobre 2013, che: […] “il beneficio a favore dei pensionati” (lo sconto sull’energia elettrica – n.d.r.) […] “rappresenta un diritto individuale intangibile e non revocabile, salvo specifico accordo tra il singolo pensionato e l’Ente Erogatore.” Una giravolta simile non si era mai vista.
Orbene, non vogliamo disconoscere a chicchessia il diritto di cambiare opinione, però non possiamo accettare che chi cambia opinione abbia l’impudenza di continuare a pontificare secondo le proprie convenienze!

05 gennaio 2017

ANSE in tribunale


A conclusione del mio post pubblicato su questo blog il 29 settembre 2016, sotto il titolo “Se l'esercizio del diritto di critica comporta l’espulsione dall’ANSE”, ponevo alcuni interrogativi, tra i quali il seguente:
“È normale che per difendersi da accuse infondate e infamanti occorre farsi assistere da un avvocato, e non basta appellarsi all’Organo di garanzia statutaria (Collegio dei Probiviri), ma è necessario procedere per via giudiziaria?”
A questo quesito gli organi centrali dell’ANSE (Presidenza, Comitato direttivo e Assemblea nazionale) non hanno mai dato una qualsivoglia risposta, perché evidentemente ritengono che il loro comportamento sia adamantino e perciò esente da qualsiasi censura, tanto da poter affrontare anche un procedimento giudiziario, da cui sperano di uscire vittoriosi. Beati loro, vien da dire, aggiungendo subito che una dirigenza più accorta e meno sprezzante, dovrebbe sempre avvertire la responsabilità di saper gestire la vita associativa con imparzialità e nel rispetto delle regole della democrazia. Purtroppo, i fatti dimostrano il contrario.
Quanto sia stata equilibrata ed imparziale la gestione dell’annosa vicenda della Sezione Sicilia, che, tra l’altro, ha portato all’estromissione dall’Associazione del sottoscritto e di un altro socio, è cosa nota ed è inutile tornarci sopra, visto che ora dovrà occuparsene il giudice.
È spiacevole dover constatare che, a causa della presunzione senza limiti della sua dirigenza, prossima alla temerarietà,  l’Associazione debba difendersi in un’aula di tribunale per aver adottato due provvedimenti di espulsione ingiusti e lesivi delle regole statutarie, oltre che contrari al comune buon senso.
L’atto di citazione per la revoca di detti provvedimenti è stato depositato al Tribunale di Roma,  presso cui  è stata fissata la prima udienza del procedimento per il prossimo 10 aprile 2017.
                                                                                                                                                                                                                                           Giuseppe D’Arrigo



02 gennaio 2017

Una ristrutturazione dell’Anse che non piace

di Pasquale Cutino

La letterina di Natale scritta da alcuni soci dell’Anse, in risposta alla cartolina di auguri di Franco Pardini, suscita alcune riflessioni. In primo luogo, richiama alla mente una canzone in voga oltre cinquant’anni fa che, tra il serio e il canzonatorio, evidenziava alcuni momenti di esaltazione dei capi. E’ opportuno precisare che all’autore della cartolina vanno i miei più sinceri  ringraziamenti per il gentile pensiero e gli auguri per il nuovo anno. Avrei gradito che la stessa fosse inviata anche a nome dell’Anse e non solo del suo rappresentante. La mia ironia, che può sembrare esagerata, nasce dal fatto che assistiamo in continuazione, nella gestione dell’Associazione, a diversi esempi di egocentrismo e dimentichiamo che faticosamente si è arrivati a formulare lo statuto attuale dell’Anse, nato da quello dell’Uglae, attraverso continui aggiustamenti e confronti tra le diverse realtà regionali; ancora ora occorrerebbe continuare quest’azione di modifica al fine di pervenire ad una struttura solidamente  democratica, in grado di affrontare in maniera coerente tutte le problematiche che pongono i soci e che nascono dall’esercizio quotidiano della gestione dell’associazione. Quando osserviamo, invece, che gli sforzi di tanti anni di lavoro vengono disattesi e interpretati in maniera da evidenziare solo l’autoaffermazione di una sola persona, nasce in chi ha seguito l’associazione fin dalle sue origini, una legittima reazione a questa deriva. 
Gli organi istituzionali previsti dallo statuto e dal regolamento elettorale vanno onorati e non ignorati. Ad esempio nel verbale della riunione dei Probiviri del 16 Maggio 2014, in merito ad un quesito posto da alcuni soci dell’Anse Campania  relativo all’applicazione corretta del regolamento elettorale, evidenziato dagli stessi con la nota del 28 Aprile 2014, il Collegio ha ritenuto di non poter formulare alcuna valutazione stante il silenzio normativo dei testi sociali, auspicando per la soluzione del caso un’integrazione statutaria da parte degli organi associativi a ciò deputati. Fino a questo momento non mi risulta esserci stata alcuna iniziativa atta ad onorare l’invito rivolto dal Collegio dei Probiviri. Questo comportamento da Ponzio Pilato ha fatto prevalere in sostanza la tesi sostenuta da elementi che hanno adoperato un linguaggio scurrile minaccioso e violento.
Debbo ritenere che tale comportamento sia una scelta voluta che agevola chi non ha alcuna voglia di applicare i testi sociali e che l’aver ridotto l’attività dell’Associazione, in alcune aree, solamente alla stipula di convezioni e all’organizzazione di gitarelle, ci abbia completamente allontanati dagli intenti istituzionali dell’Anse, a cui l’Enel dette, alla sua nascita, tutto il suo appoggio materiale, ma soprattutto morale. Era compito di coloro che si sono avvicendati nella conduzione dell’Anse, operare sempre in autonomia ed in coerenza con questi intenti, senza alcuna necessità di legare la struttura territoriale dell’ANSE a quella dell’Enel, perché le esigenze organizzative dell’Associazione sono del tutto diverse da quelle dell’Enel. Sintetizzando: è normale che la fine del monopolio abbia imposto all’Enel di modificare anche radicalmente le strutture che la nostra generazione aveva contribuito a creare, per adeguarle alla innovazione tecnologica e alle più pressanti esigenze dei clienti; di contro non risponde ad alcun senso logico eliminare alcune strutture territoriali ANSE, solo allo scopo di rendere la rete territoriale dell’Associazione speculare a quella del’Enel. 
Non occorre essere dei veggenti per concludere che l’eliminazione di un consistente numero strutture periferiche dalla rete Anse darà l’avvio ad un progressivo e lento impoverimento dell’Associazione. Tutto il rispetto per come si vuole ristrutturare l’Enel, ma occorre tener presente che gli obiettivi della nostra Associazione sul territorio sono ben diversi da quelli dell’Enel.